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Questo articolo è stato pubblicato il 25 maggio 2011 alle ore 19:57.

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Obama a WestminsterObama a Westminster

L'alleanza tra Stati Uniti ed Europa continuerà ad essere «indispensabile» per un mondo più giusto, prospero e pacifico. Davanti al Parlamento di Westminster, il presidente americano, Barack Obama, ha negato che la crescita di potenze come Cina, India e Brasile comporti l'inevitabile declino di Europa e Stati Uniti.

Dopo l'incontro bilaterale con il premier, David Cameron, Obama ha invitato a dare nuovo slancio alle relazione transatlantiche, che hanno rafforzato la sicurezza globale dopo la Seconda guerra mondiale, ma ha anche invitato i paesi a rinnovare se stessi. «Paesi come Cina, India e Brasile fanno crescite da gigante», ha detto Obama, facendo notare però che l'avvento di nuove potenze porterà benefici a tutti. «Poiché c'è stato questo rapido cambiamento, è diventato di moda chiedersi se la crescita di queste nazioni accompagnerà il declino dell'influenza americana ed europea nel mondo. Forse l'argomento sta in piedi, queste nazioni rappresentano il futuro, e il tempo della nostra leadership è passato. Ma la tesi è sbagliata: il tempo della nostra leadership è ora».

Con parole che tranquillizzano gli alleati europei che temono di essere marginalizzati di fronte alla crescente importanza che Washington assegna all'Asia, il presidente Usa ha detto: l'alleanza «continua ad essere il catalizzatore per le azioni globali». Obama ha aggiunto che gli Usa e i suoi alleati devono mantenersi uniti su aspetti come leadership economica, difesa dei diritti umani e valori comuni, oltre che sulla cooperazione in materia di sicurezza; ma l'alleanza deve anche evolversi a adattarsi ai nuovi tempi.

«La nostra leadership congiunta richiederà di stabilire nuove alleanze, adattarsi a nuove circostanze e trasformarsi per far fronte alle domande di una nuova era», ha detto il presidente, il primo del suo Paese a parlare al Parlamento da Westminster Hall, l'edificio più antico delle camere britanniche, riservato abitualmente ai discorso nella regina (e in cui, nel passato parlarono Nelson Mandela e Charles de Gaulle). Nello stesso tempo, gli alleati devono raddoppiare gli investimenti in educazione e nuove tecnologie. E anche contro il nemico comune terrorista, «continueremo a mantenere un standard alto, con i valori e lo stato di diritto che difendiamo tanto ardentemente». «Crediamo -ha aggiunto- non solo nei diritti delle nazioni, ma nei diritti dei cittadini», un'idea che viene messa alla prova, ha ricordato Obama, nei movimenti a favore dei cambiamenti democratici in Medio Oriente e in nord Africa.
Per dimostrare l'appoggio occidentale a questi aneliti, «dobbiamo sostenere le nostre parole con i fatti» e investire nel futuro di queste nazioni in transizione, ha insistito Obama, che ha anche proposto un piano di sostegno politico ed economico ai Paesi che cercano le riforme democratiche, come Egitto o la Tunisia; piano di cui si parlerà al G8 di Deauville, che comincia domani in Francia. (Ansa)

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