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Questo articolo è stato pubblicato il 26 maggio 2011 alle ore 18:38.
«La consapevolezza delle sfide che pone il futuro e ancor prima la percezione dei problemi presenti, richiedono per altro un sussulto di responsabilità da parte di tutti, in primo luogo da parte di chi è chiamato ad esercitare una forma di rappresentanza politica». Ne è convinto il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, per il quale non occorre «solo acquisire una competenza, pure necessaria, ma coltivare un'apertura alla cura del bene comune, che è forma della giustizia, fine ultimo dell'agire politico». «In questa particolare stagione - ha detto Bagnasco - sentiamo di dover invitare i cattolici, e in particolare i giovani che ne avvertono la vocazione, a sperimentarsi in quella esigente forme di carità che è l'impegno politico». In tal modo, ha aggiunto, «vorremmo contribuire anche in questa fase storica, come accadde all'inizio dello Stato unitario o nell'immediato dopoguerra, alla permanente costruzione del nostro Paese». «Sia di esempio e di guida a tutti - ha ricordato il cardinale - la figura di un laico, padre di sette figli, economista e docente universitario, di cui a breve vivremo con gioia la beatificazione: il servo di Dio Giuseppe Toniolo».
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