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Questo articolo è stato pubblicato il 26 maggio 2011 alle ore 06:38.

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PARIGI. Dal nostro inviato
La Banca europea per gli investimenti, già oggi il più importante finanziatore dei Paesi del Medio Oriente e Nord Africa, è pronta a mobilitare a favore dell'area un altro miliardo di euro nei prossimi due anni. Lo ha dichiarato il vicepresidente della Bei, Dario Scannapieco, in un'intervista al Sole 24 ore, alla vigilia del vertice del G-8 a Deauville, in Normandia, dove il sostegno anche economico della comunità internazionale alla "primavera araba" dovrebbe essere uno dei risultati concreti più importanti dell'incontro dei capi di Stato e di Governo dei maggiori Paesi.
Il nuovo mandato da parte del Consiglio europeo e del Parlamento di Strasburgo alla Bei dovrebbe arrivare entro i prossimi mesi. Dal 2002, quando ha iniziato a operare nella regione, la Bei ha già attivato finanziamenti per oltre 12 miliardi di euro, di cui 2,6 miliardi nel 2010. L'ulteriore impegno dell'istituzione europea si affianca a quelli annunciati nei giorni scorsi dalla Banca mondiale, dalla Banca africana di sviluppo, dal Consiglio di cooperazione del Golfo e, in futuro, dalla Bers.
«La quantità degli aiuti - afferma Scannapieco - non è l'unico elemento importante. La chiave del successo sta in tre elementi: anzi tutto, la creazione, attraverso la nostra assistenza tecnica, di un ambiente favorevole all'investimento e allo sviluppo del settore privato. Penso al l'esempio dei programmi Phare dell'Unione europea per favorire le riforme economiche, legislative e istituzionali nei Paesi dell'est e integrare le rispettive economie. In secondo luogo, una governance delle iniziative in cui si passa dalla consultazione alla co-decisione. Infine, alla fissazione di un obiettivo ultimo che abbia una valenza politica e benefici concreti per i Paesi destinatari».
Il vicepresidente della Bei ricorda che nella regione l'istituzione si è impegnata su diversi fronti, dal sostegno alle piccole e medie imprese con capitale di rischio, cofinanziamenti e canalizzazione di risorse attraverso intermediari finanziari locali, alla costruzione di grandi infrastrutture, all'energia rinnovabile. «Partecipiamo a progetti che vanno dal porto di Tangeri al primo fondo di venture capital per iniziative nella tecnologia informatica a Ramallah, nei territori palestinesi», dice Scannapieco, sottolineando che ora la priorità va soprattutto a progetti che consentano di ridurre l'alto livello di disoccupazione, uno dei fattori che hanno contribuito alle recenti sollevazioni. «Per questo - dice - puntiamo molto sulle Pmi, anche con iniziative in collaborazione con istituzioni italiane, come i ministeri dell'Economia e degli Esteri. Bisogna sviluppare l'economia e la domanda locale e far crescere gli scambi di questi Paesi fra di loro. La Bei è un'istituzione votata all'integrazione economica, può offrire il proprio valore aggiunto anche in questa regione».
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