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Questo articolo è stato pubblicato il 26 maggio 2011 alle ore 12:39.

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In Serbia arresto a sopresa: forse è Ratko MladicIn Serbia arresto a sopresa: forse è Ratko Mladic

Dopo 15 anni è finita oggi la fuga di Ratko Mladic l'ex generale serbo bosniaco accusato dal tribunale penale internazionale dell'Aja per il genocidio di 8mila civili musulmani a Srebrenica in Bosnia nel luglio 1995. Mentre si apre il G8 a Deauville, in Francia, il presidente serbo Boris Tadic ufficializza la notizia dopo il primo annuncio di una radio e la conferma di un amico di famiglia. Mladic è stato arrestato a Lazarevo, villaggio a 80 chilometri da Belgrado. Il criminale di guerra è ancora in Serbia e la procedura per la sua estradizione verso il Tribunale internazionale dell'Aja (Tpi) è in corso e può durare fino a una settimana, ha detto il viceprocuratore serbo per i crimini di guerra Bruno Vekaric, smentendo una notizia della tv secondo cui Mladic era già in viaggio verso l'Aja.

Tadic pensa all'ingresso nella Ue
«Penso che per la Serbia le porte dell'Unione europea siano ora aperte», ha detto il presidente Tadic. «Dall'inizio della creazione di questo governo nel 2008 - ha continuato - senza sosta ogni giorno, gli inquirenti hanno lavorato per la cattura di tutti i criminali latitanti e per chiudere per sempre il capitolo della collaborazione con il Tribunale dell'Aja».

Le reazioni: tutti felici, l'Olanda frena
Il ministro degli esteri Franco Frattini definisce la cattura «una vera e propria svolta» e la prova «di una grande maturità democratica della Serbia, che l'avvicina ulteriormente all'Europa e all'Unione europea». Il ministro francese Sarkozy parla di «un gesto coraggioso» da parte della Serbia. Il segretario generale dell'Onu Ban Ki Moon parla di «giorno storico per la giustizia internazionale». Chi frena è invece l'Olanda, paese che porta un peso nel massacro di Srebenica, perché furono i cento caschi blu olandesi ad assistere impotenti alla strage di musulmani a opera delle milizie di Mladic.

Oggi il primo ministro olandese Mark Rutte ha affermato che l'arresto è «un passaggio importante ma questo non significa automaticamente adesione, non funziona così». Il governo olandese era stato uno dei più decisi nel bloccare il processo d'adesione di Belgrado all'Ue senza l'arresto dei ricercato per i crimini durante le guerre jugoslave. Rutte ha aggiunto che l'arresto di Mladic è «importante» per le vittime di Srebrenica e i loro parenti, ma anche per i Dutchbat, i caschi blu olandesi, che non furono in grado di resistere alle forze serbe quando nel 1995 vi fu il massacro di migliaia di musulmani.

Karadzic «dispiaciuto»
L'ex leader dei serbi di Bosnia, Radovan Karadzic, sotto processo all'Aia, si è detto «dispiaciuto per la perdita di libertà del generale Mladic», il capo militare dei serbo-bosniaci catturato oggi in Serbia. Lo ha riferito il suo avvocato Peter Robinson.

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