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Questo articolo è stato pubblicato il 27 maggio 2011 alle ore 10:01.

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Dopo le anticipazioni diffuse da Parigi, che hanno irritato non poco il premier britannico David Cameron, la Gran Bretagna ha confermato di voler impiegare sui cieli libici gli elicotteri da combattimento Apache. Quattro di questi elicotteri di produzione statunitense sono imbarcati sulla portaelicotteri Ocean dispiegata nel Mediterraneo, ufficialmente per esercitazioni, insieme ad altre sei navi e 700 Royal Marines. "I ministri interessati hanno dato il proprio benestare", ha reso noto un membro della delegazione britannica a margine del vertice del G8 in corso nella località francese di Deauville.

Gli elicotteri da attacco Apache, appartenenti a uno squadrone dell'aviazione dell'esercito basato a Wattisham, nel Suffolk, saranno operativi entro il week end e dovrebbero consentire di attaccare con più effucacia e precisione anche obiettivi di piccole dimensioni (mezzi, postazioni d'artiglieria, unità di fanteria) difficile da colpire con i jet in volo ad alta quota. Il velivolo però, benché corazzato, è vulnerabile ai cannoni a tiro rapido della contraerea e soprattutto ai molti missili terra-aria portatili (sa-7, Sa-18 ed sa-24) disponibili negli arsenali di Gheddafi.

Armato con ben 16 missili aria-terra Hellfire (gli stessi impiegati dai droni statunitensi) più missili aria-aria e un cannoncino da 30 millimetri, l'Apache ha una grande potenza di fuoco, decisamente superiore agli elicotteri francesi Gazelle armati di missili anticarro e anti-bunker Hot e Tigre dotati di cannoncino (i missili anticarro non sono ancora stati installati sul nuovo velivolo) imbarcati sulla portaelicotteri da assalto anfibio Tonnerre in navigazione davanti a Misurata.

Ieri il premier francese Francois Fillon, nel corso di un intervento al Senato, ha spiegato, gli elicotteri francesi potrebbero servire ad ''allentare la pressione'' su Misurata e a impedire che le truppe di Gheddafi ''aumentino la loro pressione sugli insorti''.

L'analista politico della BBC, Nick Robinson, valuta che l'impiego degli elicotteri d'attacco costituisca un disperato tentativo di dare una svolta militare alle operazioni contro il regime di Gheddafi ormai da tempo in stallo nonostante i sempre più pesanti bombardamenti su Tripoli dove trova la caserma-bunker di Bab al Azizizya, residenza di Gheddafi, è stata colpita anche la notte scorsa da cinque ordigni.

L'impiego degli elicotteri d'attacco, pianificato dagli anglo-francesi da almeno due settimane, comporta avvicina sempre di più l'impegno bellico alleato al territorio libico e il concentramento di così tante navi da sbarco alleate davanti a Misurata (inclusa l'italiana San Giorgio) sembrano indicare i preparativi per un imminente sbarco alleato di una forza necessaria a proteggere Eufor-Libia, la missione europea a comando italiano, militare a ma a fini umanitari, già da tempo pianificata e in attesa di un via libero poloitico.
Un intervento militare terrestre alleato, finora ufficialmente respinto dai ribelli libici, non violerebbe la Risoluzione 1973 delle Nazioni Unite che autorizza ogni mezzo per proteggere i civili, non vieta interventi a terra ma solo l'occupazione del territorio libico.

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