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Questo articolo è stato pubblicato il 27 maggio 2011 alle ore 08:32.
L'Olimpico trattiene il respiro in silenzio fino allo sparo dello starter per la stella del Golden Gala, poi esplode in un urlo lungo cento metri. E lui, Usain Bolt, l'uomo più veloce del mondo, ripaga l'affetto del pubblico di Roma con un 9''91 che lo porta al successo davanti a un grande Asafa Powell (9''93) e alla ''freccia bianca'' di Francia Christophe Lemaitre (10'' netti).
Il Fulmine giamaicano dunque c'è, dopo nove mesi senza gareggiare (ultima apparizione a Stoccolma nell'agosto scorso con sconfitta patita da Tyson Gay dopo quattordici vittorie di fila) torna ed è subito davanti a tutti. Di un soffio, comunque, perché il connazionale Powell, più avanti nella condizione, resiste fino a cinque metri dal traguardo.
Bolt parte come di consueto un po' lento, poi esplode tutta la potenza dei suoi nuovi muscoli («Li ho appena messi su», aveva detto martedì) nella fase lanciata dei secondi cinquanta metri. Nell'esordio 2010 aveva corso in 9''86, oggi ha impiegato cinque centesimi in più. Per rompere il ghiaccio della stagione, può bastare.
Soddisfatto? «Sono contento, oggi ero nervoso, ma è comunque un buon inizio – spiega Usain -. E' la mia prima gara da nove mesi, il nervosismo era per quello. Era importante per vedere a che punto sono e che cosa c'è ancora da migliorare». Le sensazioni sono state positive. «Mi sono sentito bene in gara – aggiunge - A che percentuale sono della condizione? Al momento non saprei, penso di poter rispondere meglio a questa domanda alla prossima gara, quando credo sarò più in forma». Il Fulmine sorride, al suo fianco Powell fa altrettanto, anche se un po' di amarezza c'è. «Potevo vincere, ma mi sono focalizzato troppo su Usain; se avessi fatto la mia gara avrei vinto. La stagione è lunga, devo rimanere assolutamente concentrato, so cosa posso fare», dice Asafa.
Bolt mania
Bolt ha catalizzato l'attenzione di tutti nella sua prima volta in Italia. Lo ha fatto da lunedì arrivando nella capitale, lo ha fatto stasera, in pista e poi nella sala stampa dell'Olimpico con gli stessi giornalisti armati di macchina fotografica per immortalarlo. Un'ora e mezza prima della gara il Fulmine fa il giro di pista a bordo di un'auto dell'organizzazione per salutare il pubblico in delirio. Sulle tribune dell'Olimpico, 47.732 persone in delirio con bandiere giamaicane e gigantografie del fenomeno. Nel riscaldamento sui blocchi, lui fa il suo solito show, un misto di mosse e gestualità. Un'aggiustatina a capelli e sopracciglia, il segno della croce e poi via verso il primo successo del 2011.
Gare stellari
Il Compeed Golden Gala non è vissuto però soltanto su Bolt. Tutto il programma è stato di altissimo livello, nei protagonisti e nei risultati. La prima ovazione della notte romana è stata per Andrew Howe, ottimo primo nei 200 con 20''31. Un gran tempo per l'azzurro, esploso in progressione dopo la curva, che ha dimostrato di avere chance future in questa specialità.
La statunitense Allison Felix ha dominato i 400 metri in 48''81 (migliore prestazione mondiale dell'anno), chiudendo comprensibilmente quarta i 200, in programma tre quarto d'ora dopo, vinti dalla connazionale Bianca Knight (22''64).
Un'altra statunitense, la campionessa olimpica in carica Dawn Harper ha vinto invece i 100 ostacoli in 12''70, approfittando anche dell'errore a metà gara della connazionale LoLo Jones, uscita molto forte dai blocchi. Migliore prestazione mondiale stagionale per l'etiope Merga nei 5.000 (12'54''21), campione iridato di cross, e per l'inglese Idowu, 17,59 metri nel triplo; Blanka Vlasic vince l'alto fermandosi a 1,95 metri, fallendo quota 2 metri.
Affermazioni anche per il francese Lavillenie nell'asta (5,82 metri), per il sudafricano Van Zyl nei 400 ostacoli (47''91), per l'americano Robinson negli 800 metri (1'45''09), per la Jamal nei 1.500 donne (4'01''60) e per il canadese Armstrong nel peso (21,60 metri). Se doveva essere uno spot per Roma 2020, possiamo dire che e' perfettamente riuscito.
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