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Questo articolo è stato pubblicato il 28 maggio 2011 alle ore 14:32.
L'Egitto ha riaperto oggi in maniera permanente il valico di Rafah, alla frontiera con la Striscia di Gaza, che era chiuso dal giugno 2007, quando Hamas assunse con la forza il controllo dell'enclave palestinese. In realtà il varco di confine, l'unico che collega il minuscolo territorio con il mondo esterno senza dover passare per Israele, già da un anno prima era per lo più inagibile, a causa del blocco di Gaza imposto dallo Stato ebraico dopo il rapimento del giovane sottufficiale Gilad Shalit, tuttora in ostaggio. Il provvedimento di riapertura, che era stato preannunciato tre giorni fa, è stato disposto dal Consiglio Supremo delle Forze Armate, che ha preso il potere al Cairo dopo la caduta di Hosni Mubarak, come ulteriore segnale di discontinuità rispetto al vecchio regime. Il valico rimarrà aperto dalle 9 alle 18 tutti i giorni tranne i festivi, a cominciare dal venerdì del riposo islamico.
Per il momento il transito non riguarderà le merci, che dovranno continuare a passare per i varchi in comune con Israele, e sarà prevalentemente pedonale: anche se tra le prime a entrare in territorio egiziano sono state due ambulanze della Mezzaluna Rossa che hanno trasportato alcuni pazienti a ricevere cure più idonee oltre frontiera; dalla direzione opposta è giunto al contempo un minibus con una decina di passeggeri, per lo più palestinesi in visita a parenti. Nel complesso comunque non si notava un particolare affollamento, come se la novità richiedesse un pò di tempo per essere metabolizzata dagli abitanti della Striscia. Per chi ha meno di 18 anni o più di 49 sarà sufficiente ottenere un visto per passare, mentre per coloro che hanno un'età compresa fra tali due estremi continuerà a essere necessario l'assoggettamento a rigidi controlli di sicurezza. Anche sotto questo profilo sono peraltro previste eccezioni: per chi ha bisogno di assistenza medica, e per gli studenti palestinesi iscritti alle Università in Egitto.
Un portavoce di Hamas, Fawzi Barhoum, ha definito la mossa «una decisione coraggiosa e responsabile, in armonia con le opinioni pubbliche palestinese ed egiziana», e ha auspicato che sia «un passo avanti verso la completa frevoca dell'assedio a Gaza». Plauso anche dall'Unione Europea e dalle Ong israeliane, mentre il governo dello Stato ebraico non ha nascosto i proprio atteggiamento fortemente critico: «Creerà soltanto una situazione molto problematica», ha avvertito il laburista Matan Vilnai, ministro per la Sicurezza Interna.
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