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Questo articolo è stato pubblicato il 29 maggio 2011 alle ore 08:14.

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ROMA
Milano e Napoli sono la vetrina di queste amministrative ma dalle tante sfide dei ballottaggi ci si aspettano sorprese su alcuni match inediti (quelli tra alleati) e indicazioni per future alleanze mai testate. Tra i più citati c'è il caso Macerata, città assurta alle cronache di politica nazionale per quel patto Pd-Udc che suscita suggestioni di stampo dalemiano ed espone Pier Ferdinando Casini sia pure in un luogo minore. In realtà l'esposizione dei centristi è più sul versante del centro-destra che del centro-sinistra ma proprio per questo Macerata incuriosisce. Si vota per la provincia ed è indispensabile dire che sono elezioni anticipate: il presidente di centro-destra è caduto e l'Udc :– che era in giunta con lui – ha cambiato casacca e alleanza per puntare sul Pd e Idv. La ragione? I maligni dicono che il Pd abbia accettato il candidato centrista, Antonio Pettinari, pur di conquistare la provincia ma di certo questo sarà un laboratorio tra i più osservati. Soprattutto perché qui, come in molte altre realtà (ma più piccole), il terzo polo non esiste. L'Udc infatti si presenta con l'Api e Pd-Idv, mentre Fli sostiene con il Pdl il candidato di centro-destra Franco Capponi, presidente uscente.
Bene, se Macerata ha l'alleanza inedita Pd-Udc (che è poi la stessa in Regione Marche), a Cagliari i centristi restano fedeli al Pdl. Ma qui la sfida è interessante da un altro punto di vista: innanzitutto perché il centro-destra governa la città da 20 anni e, in secondo luogo, perché a insidiare questo primato è un candidato di Nichi Vendola. Insomma, a Cagliari è andato in onda lo stesso film di Milano con le primarie: sconfitta del candidato Pd e vittoria di quello di Sel. Una vittoria che effettivamente ha avuto un senso visto che Massimo Zedda ha tenuto testa con un 45,2% a Massimo Fantola che con le liste di centro-destra è arrivato al 44,7%. Dunque anche nel capoluogo sardo Sel e Vendola potrebbero determinare un'avanzata nella coalizione di centro-sinistra.
Altra gara in bilico e per tanti versi inedita è quella alla provincia di Mantova. Qua è il contrario. È il centro-destra che insidia una roccaforte rossa e, qui sta la novità, lo fa con un candidato della Lega, Gianni Fava. Un testa a testa davvero sul filo che ha visto Alessandro Pastacci, della coalizione di centro-sinistra, al 41,8% al primo turno mentre Fava si è staccato di un soffio, 41,1 per cento. Ma c'è un'altra curiosità: anche qui il terzo polo non esiste perché l'Udc è andata da sola con un suo candidato, Pietro Marcazzan, e adesso non ha dichiarato apparentamenti per il ballottaggio. Un non-schieramento che la Lega legge come un tacito appoggio. Esplicito è invece l'appoggio dei centristi a Varese per il leghista Attilio Fontana che al primo turno non ce l'ha fatta per uno 0,6%. Dunque qui Casini "sposa" il Carroccio e proprio nel cratere leghista, quello della città di Bossi e Maroni.

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