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Questo articolo è stato pubblicato il 30 maggio 2011 alle ore 14:36.

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La Germania, prima economia europea, ha dieci anni per trovare una compensazione all'abbandono dell'energia nucleare, ma solamente sei mesi per evitare un black out per il prossimo inverno. L'ultimo dei 17 reattori nucleari tedeschi sarà fermato al più tardi nel 2022, mentre attualmente dovrà chiudere gli otto impianti più vecchi. Così ha deciso, nella notte fra domenica e lunedì, il governo della cancelliera Angela Merkel. Rimane tuttavia incertezza sulla gestione dei rischi di black out che potrebbero emergere nel prossimo inverno, come hanno previsto i gestori degli impianti e delle linee ad alta tensione e l'Agenzia federale delle reti.

Questa organizzazione, che controlla le reti elettriche, del gas e delle tlc, ritiene che "la situazione resta sotto controllo durante il semestre estivo, ma che l'autunno e l'inverno saranno segnati da tensioni". Di diverso avviso gli esperti di energia dell'Istituto Diw che sottolineano: "produciamo energia elettrica sufficiente, il problema sta nella stabilità delle reti". In sostanza la chiusura entro fine anno degli otto reattori più vecchi, che pesano solo 8,5 gigawatt a fronte di una capacità totale di produzione della Germania pari a 920 gigawatt, non impedisce al paese di coprire il suo fabbisogno. Tuttavia, la decisione di fermare immediatamente i reattori più vecchi (5 sono nel Sud e nell'Ovest del paese, le zone più industrializzate e densamente popolate) pone problemi di distribuzione.

Per funzionare bene, una rete elettrica deve avere su tutto il territorio una tensione omogenea. Ma questo equilibrio può essere minacciato in una giornata fredda e ventosa, se per esempio la Baviera, a sud, raggiunge un picco di consumo, mentre le turbine eoliche installate a nord della Germania sono a loro volta in sovraccarico sulla rete elettrica. I quattro principali operatori della rete elettrica in Germania hanno chiesto al governo un rinvio per una o due delle otto centrali già condannate alla chiusura, per le quali svolgono un ruolo di stabilizzazione. E sarebbero già stati accontentati in quanto, secondo indiscrezioni raccolte in ambienti politici, almeno una delle otto centrali dovrebbe essere messa in stand-by e non chiusa subito, anche se rispetto a questa ipotesi i quattro principali operatori tedeschi (E.On, Rwe, Vattenfall e EnBw) si sono mostrati scettici: "Un reattore nucleare non può essere riattivato con un interruttore switch-off".

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