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Questo articolo è stato pubblicato il 31 maggio 2011 alle ore 06:54.

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ROMA. Il vento è cambiato e la sinistra sta riconquistando terreno nelle amministrazioni del Nord, frenando l'avanzata della Lega. Ma al momento del rinnovo degli organi collegiali delle fondazione bancarie, Compagnia San Paolo, Cariplo e Cassa di risparmio di Torino, in scadenza la prima nel 2012 e le altre nel 2013, non saranno riprodotti - se non parzialmente - i nuovi equilibri politici. La permanenza in carica per sei anni dei parlamentini delle fondazioni consente a questi enti di restare al riparo dagli effetti immediati dei ribaltoni politici, spostando nel tempo un eventuale spoil system.

Le grandi manovre per il rinnovo della commissione generale di beneficienza della Cariplo (azionista con il 4,6% di IntesaSanPaolo), composta da 40 componenti di cui 19 espressi dalle amministrazioni locali, inizieranno a fine 2012. Ma per quanto a Milano abbia vinto il candidato del centrosinistra, Giuliano Pisapia, cui spettano tre componenti, questi non potrà evitare che in commissione prenda il sopravvento (sempre tra i commissari di espressione politica) il centrodestra.

Quattordici poltrone andranno alle giunte guidate da Pdl e Lega, sei al centro sinistra. L'effetto Pisapia viene compensato dall'esito delle provinciali del 2009 a Milano, quando Guido Podestà ha battuto il Ds Filippo Penati: anche alla Provincia spettano infatti tre componenti. Rispetto al precedente rinnovo, cinque Province sono passate dal centrosinistra al centrodestra. E a poco valgono anche i risultati di Mantova, dove si conferma il centrosinistra, e Pavia, strappata al centrodestra. Certo, se il vento non fosse cambiato in questi ultimi mesi non ci sarebbe stata più partita. Anche se resta il fatto che conquistare anche tutti i seggi di designazione politica non vuol dire comandare: restano altrettante poltrone riservate a esponenti della società civile.

I componenti della commissione, così come il presidente Giuseppe Guzzetti, possono fare un altro giro di valzer: per le fondazioni bancarie, infatti, vale una regola affermatasi nel 2004, quando fu recepito il regolamento che fissava il limite massimo a due mandati; quello in corso non contava perché si considerava sterilizzato, così parlamentini e presidenti sono solo alla scadenza del primo. La stessa regola, però, non vale per il cda perchè hanno durate inferiori: in Cariplo scade dopo tre anni, in Crt quattro anni.

Ma tra gli addetti ai lavori circola l'indiscrezione che sia in arrivo, dal dicastero di via XX Settembre, una proroga che consenta anche ai board attuali di fare un altro mandato. È improbabile però che personaggi come Bruno Ermolli, in Cariplo dal 2000 quando Forza Italia cercò invano di farlo nominare al posto di Guzzetti, siano confermati in cda e in commissione. Se arrivasse la nuova proroga, la Lega potrebbe invece mantenere in cda i consiglieri di sua espressione, come Luca Galli e Rocco Corigliano. E magari spuntare anche qualche scranno in più.

A Torino la partita si fa decisamente più calda. Le due fondazioni del territorio, Compagnia San Paolo (azionista con il 9,8% di IntesaSanPaolo) e Crt (socia con il 3,6%) di Unicredit) sono destinate a risentire di più dell'affermazione del Ds Piero Fassino nel capoluogo piemontese. Le ambizioni di potere della Lega verso le fondazioni bancarie sono considerate poca cosa rispetto all'invadenza che la politica «esperta e di lungo corso», dicono i bene informati, può tentare su questi enti. Fassino, del resto, è l'uomo che al telefono con Giovanni Consorte, numero uno di Unipol che tentò la scalata a Bnl, esordì con la celebre frase: «Allora, abbiamo una banca». Nel consiglio generale della Compagnia San Paolo, la prima al rinnovo nel 2012 (ma le manovre partono a fine 2011) resta forte la presenza del centrosinistra tra i designati dalla politica, anche se il governatore leghista Roberto Cota, eletto nel 2010, potrà esprimere un suo uomo.

Nella Crt la presa del centrodestra si è fatta più forte: su 12 componenti del consiglio di indirizzo, 5 saranno espressione Pdl–Lega mentre in precedenza erano solo due. Ma il nuovo assetto servirà forse più a controbilanciare i disegni di Fassino (sulla presidenza, anche se l'attuale presidente Andrea Comba in teoria potrebbe fare un altro mandato), più che a marcare una presa di centrodestra sulla fondazione.

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