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Questo articolo è stato pubblicato il 31 maggio 2011 alle ore 06:37.

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Sono stabili le condizioni dei cinque militari italiani rimasti feriti nell'attacco, condotto con un camion bomba, contro Camp Vianini, sede del Prt (Provincial reconstruction team) di Herat. La rassicurazione era arrivata già poco dopo le 16 di ieri pomeriggio. Preoccupavano le condizioni di uno dei cinque, un capitano del reggimento d'artiglieria di Maniago (Pordenone), che sembrava gravissimo.
L'attacco è stato sferrato alle 9.15 ora italiana, causando in tutto 5 morti (quattro soldati afghani) e 34 feriti, compresi «cinque bambini e una donna». La dinamica è stata ricostruita dal ministro della Difesa Ignazio La Russa: «Prima un mezzo pesante carico di esplosivo si è schiantato contro il muro di cinta del Prt, poi c'è stato il fuoco dei ribelli appostati sui tetti delle case vicine al Prt». L'azione, aggiunge La Russa, sarebbe da mettere in relazione a una conferenza nazionale in corso ad Herat di tutti i consigli provinciali. «Sembra evidente - ha detto il ministro – che vi sia uno sforzo da parte del terrorismo afghano per ritardare l'azione di transizione, con attacchi nei luoghi che appaiono più vicini alla normalizzazione».
L'attacco, durato due ore, è stato rivendicato dai talebani. Il premier Silvio Berlusconi ha espresso vicinanza ai soldati e alle loro famiglie.
I guerriglieri hanno preso di mira non solo il Prt italiano, ma anche il palazzo del governatore e un convoglio in una piazza, mentre c'è stata anche l'esplosione di una moto-bomba.
Il Prt, al comando del Colonnello Paolo Pomella, è costituito dal 132° reggimento artiglieria terrestre della brigata Ariete che ha il compito di supporto alla governance e di sostenere il processo di ricostruzione e sviluppo congiuntamente a una componente civile del ministero degli Esteri. Le due componenti lavorano insieme a favore della ricostruzione, incentivando l'occupazione locale, lo sviluppo economico dell'area e la fiducia verso le istituzioni politiche locali. Dal 2005, anno della sua istituzione con un finanziamento di 25 milioni di euro, il Prt ha consentito la costruzione di 62 scuole, un ambulatorio, cinque chilometri di strade.
Il Prt si trova al centro della città, in un'area di grande traffico. L'accesso è protetto da cavalli di frisia, muri di cemento armato e guardie afghane. Per raggiungerlo bisogna effettuare numerose manovre e passare decine di controlli da parte delle forze di sicurezza locali e anche italiane.
Il compound che ne ospita la sede prende il nome dal capitano di fregata Bruno Vianini, l'incursore della Marina morto in un incidente aereo sulle montagne afghane mentre era impegnato nella predisposizione della missione nel Paese.
Camp Vianini era stato già attaccato nel 2006. Morirono, oltre al kamikaze, due afghani. Otto i feriti, tra loro l'architetto italiano Andrea Lorenzetti, arrivato ad Herat tre mesi prima per occuparsi di alcuni progetti di ricostruzione.
Dal 2005, anno di arrivo dei militari italiani a Herat, sono caduti 18 soldati.
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