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Questo articolo è stato pubblicato il 03 giugno 2011 alle ore 23:07.

Tre gol per ipotecare la qualificazione agli Europei del 2012, ma anche per svegliarsi dall'incubo «calcioscommesse». Missione compiuta per la Nazionale di Cesare Prandelli che, al «Braglia» di Modena, batte con un rotondo 3-0 l'Estonia (Rossi, Cassano e Pazzini i marcatori) e si porta a quota 16 punti in 6 partite. Azzurri primi nel girone con 5 lunghezze di vantaggio sulla Slovenia (oggi 2-0 alle Far Oer) che però ha giocato una partita in più. Adesso si attende soltanto il verdetto della matematica, ma il pass per il torneo che si disputerà nell'estate del 2012 in Ucraina e Polonia è ormai in cassaforte.
«Ci siamo divertiti senza far fatica, abbiamo giocato molto il pallone ed è stato bello chiudere la stagione con una vittoria». Così Andrea Pirlo, intervistato da RaiSport, ha promosso la giovane Italia di Prandelli. «A centrocampo c'è tante gente brava tecnicamente che può iniziare il gioco e ruotare in qualsiasi modo - spiega Pirlo - Così ci divertiamo di più. Eravamo tre giocatori della Juve (lui, Aquilani e Marchisio n.d.r.) ma oggi abbiamo giocato per la nazionale ed abbiamo interpretato molto bene questa gara: sono contento. Il modo di giocare è stato simile a quello della Spagna, ma ci vuole tempo, intanto speriamo di arrivare all'Europeo».
Visibilmente soddisfatto il ct: «Abbiamo mantenuto la concentrazione, abbiamo giocato. Non è ancora fatta ma l'Italia sta crescendo in autostima. Possiamo migliorare ancora avendo più coraggio e tenendo la palla a terra, abbiamo grandi margini grazie ai nostri giocatori di qualità». Quanto può aiutare una prestazione così in un momento difficile par il calcio italiano? «Dipendeva da noi - ha aggiunto Prandelli rispondendo ai microfoni della Rai - dalla nostra prestazione, dal nostro entusiasmo. Dobbiamo avere la tranquillità di trasmettere valori enormi». Prandelli infine ha ammesso di non aspettarsi di trovarsi così presto con un piede e mezzo alla fase finale degli Europei 2012: «se lo aspettava? No, ma dobbiamo ancora crescere tanto».
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