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Questo articolo è stato pubblicato il 05 giugno 2011 alle ore 19:49.

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Giancarlo Abete (Fotogramma)Giancarlo Abete (Fotogramma)

La Figc corre ai ripari, mentre infuria lo scandalo delle partite truccate scoperto dalla procura di Cremona, annunciando un inasprimento delle sanzioni sportive e un'alleanza più forte con gli organi dello Stato.

È quanto emerso dall'incontro tenutosi domenica mattina tra Giancarlo Abete, presidente della Figc, il numero 1 del Coni, Gianni Petrucci, e il segretario generale Raffaele Pagnozzi. Intanto, domani mattina si riunirà l'assemblea della Lega di serie A per discutere dell'ipotesi di compromesso sui diritti tv legati ai bacini d'utenza e ratificare il nuovo accordo collettivo dei calciatori. Almeno era questo il programma fissato prima che esplodesse il caso "calcio-scommesse".

Intesa Federcalcio-Coni
I provvedimenti saranno annunciati domani dalla Federcalcio in Giunta Coni e poi discussi dal consiglio federale in programma giovedì. In particolare, si punterà a inasprire le pene per le scommesse e l'illecito sportivo, e soprattutto contro l'omertà, ovvero i casi di omessa denuncia, con un aumento delle pene. Sarà ritoccato il codice di giustizia sportiva ai capitoli "scommesse" e "illecito sportivo" (articoli 6 e 7). La Figc indicherà poi la via per arrivare a un processo sportivo dall'iter ancora più accelerato e con termini abbreviati, pur nella tutela dei diritti di difesa.

«Nel ribadire il pieno e totale sostegno agli organismi inquirenti, Coni e Figc – spiega una noata congiunta - hanno convenuto sulla necessità di rafforzare le forme di collaborazione tra soggetti preposti alla tutela dell'ordine statuale e quelli preposti all'ordine sportivo, in particolare la presidenza del Consiglio dei ministri, il ministero dell'Economia, il ministero dell'Interno e il ministero della Giustizia, al fine di mettere in funzione ulteriori strumenti operativi utili a contrastare il fenomeno delle attività illecite collegate alle scommesse».

Assemblea di Lega
Sempre domani, ma a Milano, si riunisce l'assemblea ordinaria di Lega A, rimasta formalmente "aperta" da una decina di giorni in attesa che il comitato ristretto formato dai rappresentati delle cinque big e le 15 società con minor fatturato formulasse un'ipotesi di ripartizione dei 200 milioni legati ai bacini d'utenza. Una querelle, quest'ultima, che tiene di fatto bloccate le società della massima serie da circa un anno. La prospettiva di un riavvicinamento tra le parti, dopo le tensioni dello scorso mese, sembrava abbastanza pluasibile. Ma ora bisognerà vedere se si potrà effettivamente giungere a un accordo da mettere nero su bianco. Allo stesso modo, è difficile dire se la "Confindustria" del calcio italiano deciderà di apporra la propria firma sul nuovo contratto collettivo dei calciatori. Dopo una dura trattativa arrivata alle soglie di un clamoroso sciopero, Lega e Aic a dicembre avevano trovato un accordo di massima. Nei mesi scorsi il testo è stato limato e messo a punto su tutti i punti critici, dagli allenamenti separati ai collegi disciplinari. La scorsa settimana è stato siglato dall'Aic del nuovo presidente Damiano Tommasi. Ora tocca ai club ratificarlo.

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