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Questo articolo è stato pubblicato il 05 giugno 2011 alle ore 15:38.

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Poste, i consumatori chiedono i danni (Ansa)Poste, i consumatori chiedono i danni (Ansa)

Poste italiane «si scusa con i propri clienti per i rallentamenti nella erogazione dei servizi presso i propri sportelli. Inconveniente dovuto al malfunzionamento del software verificatosi sui sistemi centrali Ibm sui quali appoggiano le attività degli uffici postali». Gli uffici postali, sostiene l'azienda in una nota, ieri «hanno operato oltre il normale orario di chiusura consentendo l'erogazione dei servizi a tutti i clienti in attesa e
garantendo così oltre 6 milioni di transazioni, il pagamento di
oltre 180 mila pensioni e l'accettazione di oltre 1,2 milioni di bollettini, nella media delle attività abitualmente svolte. I pensionati che non hanno potuto riscuotere la pensione a seguito dei rallentamenti lo potranno fare con le consuete modalità a partire da lunedì 6 giugno».

Consumatori sul piede di guerra

Dopo il blocco di venerdì Adusbef e Federconsumatori hanno invitato l'amministratore delegato di Poste Massimo Sarmi ad aprire, da domani, un tavolo di conciliazione per risarcire bonariamente tutti i cittadini che hanno subito dei danni, previa segnalazione dell'accaduto alle associazioni dei consumatori, perché «stavolta, in caso contrario, l'ente Poste non riuscirà ad evitare una class action, con un doveroso risarcimento dei danni proporzionato ai gravi disagi subiti per tre giorni di fila dai pensionati e dagli utenti».

Lo hanno affermato in una nota Elio Lannutti (Adusbef) e Rosario Trefiletti (Federconsumatori) che spiegano: «Il caos e i disservizi che da martedì scorso hanno paralizzato gli uffici postali in molti quartieri di Roma, dalla Stazione Termini a Centocelle, da Piazza Sempione a Vescovio, ma anche in altre regioni italiane a causa di presunti guasti nella piattaforma informatica, non può essere addossato sulle spalle degli utenti, specie migliaia di pensionati che ritirano la pensione per poterla impiegare (in parte) per pagare bollette ed utenze e che devono essere immediatamente risarciti».

In attesa di una eventuale class action l'Aduc ha invece spiegato agli utenti cosa fare: «La strada da seguire è quella della messa in mora individuale. Ognuno può fare una raccomandata A/R indirizzata alle Poste in cui fa presente cosa è accaduto, magari inserendo in busta anche fotocopia dei numerini che ha preso per fare le diverse file, precisa al centesimo i danni subiti (materiali, fisici e psicologici), intima il pagamento entro 15 giorni, altrimenti si rivolgerà alle autorità giudiziarie».

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