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Questo articolo è stato pubblicato il 08 giugno 2011 alle ore 11:22.

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Wolfgang Schauble e Jean-Claude Trichet (LaPresse)Wolfgang Schauble e Jean-Claude Trichet (LaPresse)

La Germania detta la linea sulla crisi greca. Una linea in aperto contrasto con quella della Bce, contraria a qualsiasi forma di ristrutturazione che avrebbe un impatto notevole anche per il suo stesso bilancio. Il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble ha scritto una lettera, datata 6 giugno, al presidente della Bce Jean-Claude Trichet e ai ministri finanziari Ue per dare indicazioni sull'attuazione del secondo pacchetto di aiuti finanziari alla Grecia.

Schaeuble chiede a Bce e a Ue che la scadenza dei titoli di stato della Grecia venda allungata di sette anni per permettere al governo di Atente di avere il tempo necessario per riformare la propria economia, far ripartire il paese e, in definitiva, ripagare il debito. I creditori privati, poi, scrive ancora il ministro tedesco, «devono contribuire in modo sostanziale» al secondo piano di aiuti per la Grecia appena approvato.

La posizione del ministro delle finanze tedesco è decisamente più dura rispetto a quella dell'Unione europea e della Bce. Questi ultimi infatti si sono espressi in favore di un contributo "volontario" e non obbligatorio al salvataggio della Grecia. In base a questo piano ai detentori di debito pubblico di Atene verrebbero offerti incentivi a scambiare bond greci che hanno in portafoglio con altri di nuova emissione dalla scadenza più lunga. Se questo processo fosse obbligatorio però ci si troverebbe di fatto in una situazione di "default", come ha precisato in settimana l'agenzia di rating Fitch. Una situazione che, secondo i consiglieri Bce Bini Smaghi e Jürgen Stark, innescherebbe un effetto domino sui mercati finanziari sulla scia di quanto avvenuto con il crack di Lehman Brothers. La stessa Eurotower rischierebbe gravi perdite data la forte esposizione in titoli greci (pari a 45 miliardi secondo gli analisti di Intesa Sanpaolo).

Il titolo decennale greco rende il 16%. Il prezzo dei credit default swap (i derivati che assicurano sul rischio fallimeno) è il più alto al mondo. Secondo i dati Markit ha toccato in mattinata i 1430 punti base. Il prossimo 20 di agosto Atene dovrà rimborsare i detentori di un bond quinquennale emesso il 24 maggio 2006 per oltre 10 miliardi di euro.

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