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Questo articolo è stato pubblicato il 08 giugno 2011 alle ore 09:59.

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'Ndrangheta, 100 arresti in tutta Italia'Ndrangheta, 100 arresti in tutta Italia

Maxiblitz contro la criminalità organizzata nel Nord Italia. Un'ordinanza di custodia cautelare in carcere spiccata dal gip di Torino per 150 affiliati alla 'ndrangheta è eseguita in queste ore dai carabinieri del capoluogo piemontese nelle province di Torino, Milano, Modena e Reggio Calabria. L'operazione "Minotauro" è coordinata dalla Dda di Torino. Gli arrestati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, traffico di droga, porto e detenzione illegale di armi, trasferimento fraudolento di valori, usura e estorsione.

70 milioni di euro di beni sequestrati
Sequestrati beni per 70 milioni di euro e 150 misure cautelari in carcere perché la maxioperazione è frutto del lavoro congiunto di Guardia di Finanza di Torino ed unità speciali dello Scico di Roma, coordinata dalla Procura della Repubblica di Torino. Nell'ambito della stessa indagine, l'Arma dei Carabinieri sta eseguendo misure cautelari in carcere nei confronti di 150 soggetti. Più di 100 i finanzieri impegnati per sequestrare 127 tra ville, appartamenti, e terreni situati a Torino e provincia, in altre zone del Piemonte, Lombardia, Liguria e Calabria. Cautelate anche 10 aziende, più di 200 conti correnti e diverse cassette di sicurezza.

Procuratore Grasso: al Nord «criminalità avvolgente»
«Dopo la Lombardia, ecco che con l'operazione Minotauro in Piemonte si ricostruisce la mappa della struttura della 'Ndrangheta e dei suoi beni per un valore di 10 milioni di euro: la presenza al Nord sempre più avvolgente non fa perdere di vista, però, la direzione strategica che rimane sempre in Calabria». Così il procuratore nazionale antimafia, Pietro Grasso, ha commentato l'operazione che sta portando all'arresto di oltre 100 persone in diverse parti d'Italia. Grasso ha voluto poi esprimere «complimenti per l'eccezionale operazione portata al successo, dopo anni di approfondite indagini, dai carabinieri di Torino e, sotto l'aspetto patrimoniale, dai centri operativi di Milano e Genova della Direzione Investigativa Antimafia, mirabilmente coordinati dai magistrati della Dda di Torino».


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