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Questo articolo è stato pubblicato il 10 giugno 2011 alle ore 16:07.

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Nato: il tempo per Gheddafi è scaduto. (Ansa)Nato: il tempo per Gheddafi è scaduto. (Ansa)

«Il tempo di Gheddafi è scaduto. Il Colonnello non vincerà la sua battaglia, deve andarsene». Così il portavoce militare per le operazioni della Nato in Libia, Mike Bracken, nel corso di una conferenza che si è svolta nella base Nato di Bagnoli. Bracken sottolinea che, grazie all'efficacia dell'azione messa in atto dalle forze alleate, «le truppe di Gheddafi sono demoralizzate, i suoi generali ed i suoi ministri lo stanno abbandonando, come dimostrano le quotidiane diserzioni. Il popolo libico non lo vuole». Il futuro di Gheddafi, prosegue il portavoce, «prevede soltanto l'abbandono del potere e del territorio libico. Finché questo non accadrà, le forze alleate continueranno a mantenergli il fiato sul collo». In serata il premier turco, Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato che Ankara ha offerto «garanzie» al leader libico per indurlo a lasciare il suo paese ma non ha ricevuto nessuna risposta.

Intervenendo da Bruxelles, la portavoce della Nato, Oana Lungescu, commenta le dichiarazioni rilasciate alla Cnn da un ufficiale della Nato, secondo il quale sarebbe giustificabile colpire Gheddafi in quanto il Rais è a capo della principale struttura di comando e controllo: «Non mi interessa quanto dice la Cnn - chiarisce Lungescu - la posizione della Nato non cambia. Non colpiamo singoli individui ma centri dai quali partono gli attacchi ai civili o nei quali vengono coordinati. La nostra missione ottempera alle risoluzioni 1970 e 1973 delle Nazioni Unite».

«La missione non è a rischio e proseguirà a ritmo sostenuto fino al raggiungimento degli obiettivi». Così il portavoce della Nato, Oana Lungescu, replica da Bruxelles, a chi le domanda di commentare le dichiarazioni rilasciate dal ministro della Difesa statunitense, Robert Gates, che ha ricordato la ristrettezza dei bilanci degli Stati che partecipano alla missione, con il rischio che le operazioni possano rallentare o fermarsi nelle prossime settimane. «Disponiamo delle risorse di cui abbiamo bisogno - aggiunge Lungescu - e dobbiamo fare in modo che la missione sia sostenibile». Il portavoce ricorda che nei giorni scorsi, «i partner della Nato hanno accettato il rinnovo della missione per altri novanta giorni, impegnandosi a mettere a disposizione i mezzi e le risorse necessarie».

Sulla disparità del potenziale militare a disposizione degli Usa e dei Paesi europei, Lungescu ammette che «gli Stati Uniti forniscono un sostegno unico, ma c'è il contributo di tutti. È uno sforzo di squadra». A tale proposito, ricorda l'appello lanciato dal segretario generale Rasmussen, che nei giorni scorsi sottolineava la necessità di «mettere in campo azioni intelligenti, spendendo meglio le risorse e prendendo parte a progetti multinazionali». Sulla stessa linea anche il portavoce militare della Nato per le operazioni in Libia, Mike Bracken, secondo il quale «non c'è alcuna lacuna nelle operazioni. Operiamo con i mezzi che abbiamo a disposizione, non importa se appartengono ad una nazione o ad un'altra».

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