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Questo articolo è stato pubblicato il 10 giugno 2011 alle ore 12:57.

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Un passo. Un altro passo fatto, e un altro, l'ultimo ancora da fare. È la posizione esaltante in cui Dallas si trova nella corsa verso l'anello Nba. I Mavs – dopo gara-4, quella firmata dal febbricitante Nowitzki – vincono anche gara-5 (112-103) e si portano sul 3-2. Manca un successo per conquistare il titolo. Adesso però si torna a Miami, a South Beach, con gli Heat che avranno il fattore campo dalla loro parte, ma anche tutta la pressione possibile sulle spalle. E un interrogativo non da poco da sciogliere da qui a domenica sera: ci sarà Dwayne Wade?

Comprimari vincenti – Intendiamoci: anche gara-5 porta la firma di Wunderdirk, ma stavolta, in particolare negli ultimi dodici minuti, le giocate decisive sono del supporting cast: Terry (21 punti con 8/12 dal campo), Barea (ancora una volta in quintetto, 17p con 4 su 5 da 3) , Chandler (13+7r), Kidd (13 e 6a). Dallas chiude con uno stratosferico 13/29 (68%!!) da 3 (e sfiora il record di triple in una serie finale (14 nel 1995 per Houston e Orlando) e chiude con 56% totale dal campo. Avviso ai naviganti: durissima ripetere certe cifre a South Beach

Regista occulto - «Ora a Miami come fosse gara-6». Wunderdirk detta la linea ai Mavs. E potete star certi che che i Mavs seguiranno Wunderdirk, a parole così come fanno in campo. Intendiamoci: la difesa di Udonis Haslem (che mette a referto pure 10p e 5r) sul tedescone, soprattutto nel quarto periodo , è stata qualcosa di onirico per intensità e qualità. Ma il problema, per Miami è proprio questo: Nowitzki se lo aspetta, si prende comunque le proprie responsabilità offensive (anche stanotte 29 punti), oppure attira su di sé la difesa Heat per "innescare" i compagni. Un vero regista occulto di oltre 210 cm con tecnica e visione di gioco sopraffine. Un "combo" multiuso (pure 6 rimbalzi e 3 assist) rispetto al quale anche Anthony e Bosh (anche stavolta positivo: 19p+10r) non riescono a trovare soluzione. Ancora più problematica, se possibile, la difesa di Bibby su Barea, con l'ex Atlanta che sta uscendo dalla serie, causa manifesta inferiorità contro il portoricano

Wade azzoppato – Il fattaccio succede dopo una decina di minuti del primo periodo: in penetrazione, Dwayne Wade s'infortuna all'anca sinistra, ed è costretto a uscire un paio di volte dal campo per valutare l'infortunio e ricorrere alle cure del fisioterapista. Certo, pur giocando a intermittenza e con una sola gamba, l'ex Marquette mette insieme un bel bottino (23 punti, 6/12 dal campo), ma è chiaro che la botta lo condiziona, e ne mette a questo punto a rischio non tanto la presenza, quanto la piena efficienza nella decisiva gara-6 di domenica

Il caso Lebron – 17 punti, 10 rimbalzi, 10 assist: alzi la mano chi oserebbe contestare le cifre che – dopo la deludente gara-4 – Lebron James ha raggranellato in nottata, con una tripla-doppia di livello assoluto. Ma obiezioni e problemi nascono nel momento in cui si prova a leggere "dentro" le cifre, con Il Prescelto ancora una volta deludente nell'ultimo quarto, quello decisivo: appena 2 punti, uniti all'incapacità di essere fino in fondo leader, cosa che invece riesce con naturale predisposizione a Wade. Vedremo se l'aria di casa farà ritrovare a Lebron il giusto feeling con la serie

Verso la serrata – Ennesima fumata nera, intanto, dall'incontro tra i vertici della Lega e quelli del sindacato giocatori, sulla strada che entro il 30 giugno dovrebbe portare al rinnovo del contratto collettivo di lavoro. Ipotesi al momento puramente teorica, tanto che la serrata dei proprietari per il prossimo anno (che metterebbe a rischio buona parte o tutta la stagione) è data ormai per certa. E dire che dati d'ascolto e di presenze della Lega sono in costante crescita. Ma i proprietari chiedono un taglio di 750 milioni di dollari annui per garantire – dicono loro – la sostenibilità di un sistema che vede 22 delle 30 franchigie in perdita nell'ultimo esercizio fiscale. Cifre contestate dai giocatori, per i quali nelle perdite (circa 370 milioni) non bisognerebbe considerare gli interessi sui debiti per l'acquisto dei club. Mentre si litiga, intanto, lo sciopero s'avvicina

Addio Mike – Dell'Nba è stato una stella, sfiorando i 20 punti di media in dieci anni di carriera con la maglia di San Antonio, inframezzati da problemi di droga da cui si riprese per poi dedicarsi ad aiutare i giovani che vivevano con quelle difficoltà che lui stesso aveva superato. Poi Mike Mitchell era venuto in Italia, dove ha scritto pagine di basket leggendarie, con la maglia di Brescia, Napoli e Reggio Emilia. Ora un male incurabile se l'è portato via a 55 anni. Doveroso un saluto a chi, sul parquet, ha saputo regalarci tante emozioni

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