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Questo articolo è stato pubblicato il 10 giugno 2011 alle ore 12:30.

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Alfredino RampiAlfredino Rampi

L'11 giugno del 1981, il quotidiano "Paese sera" pubblicò in prima pagina, in esclusiva, la foto di un bambino dal volto solare e dal sorriso splendente. Era la foto del piccolo Alfredino Rampi, un ragazzino di neppure sette anni vittima di una tragedia che fece piangere l'italia intera. Alfredino era precipitato in fondo a un pozzo profondo ottanta metri a Vermicino, a metà strada tra Roma e Frascati. La sua agonia durò tre giorni e riempì pagine di giornali e ore e ore di notiziari tv. Il piccolo era caduto nel pozzo nel pomeriggio di mercoledì 10 giugno del 1981. Quando arrivarono i primi soccorritori, il bambino era rimasto bloccato a 36 metri di profondità: impossibile tirarlo su dall'alto.

Molti i tentativi per salvarlo
Tra i primi tentativi ci fu quello di mandare giù una tavoletta di legno a cui si sarebbe dovuto aggrappare, ma rimase incastrata nella discesa, bloccando il passaggio. E comunque Alfredino aveva le braccia incastrate e non avrebbe mai potuto prenderla. Così si decise di scavare un tunnel parallelo, ma fu un errore colossale. Lo smottamento del terreno fece precipitare il bambino per altri trenta metri. Cominciò così una straziante sequenza di tentativi, tutti inutili, per salvarlo. Mentre un vigile del fuoco si teneva in costante contatto con Alfredino, ferito ma ancora vivo, parlandogli in continuazione, al pozzo maledetto arrivarono frotte di volontari pronti a farsi imbracare per calarsi e tentare di raggiungerlo. Uno di loro, Angelo Licheri, professione tipografo, piccolo e magro, riuscì a toccarlo, ma non ad afferrarlo. Furono giorni di angoscia, in una drammatica altalena di speranze e delusioni.

La lunga maratona televisiva della tragedia
Giorni che gli italiani vissero in diretta tv. Perché per la prima volta la Rai decise di fare una no-stop a reti unificate che andò in onda per 18 ore, tenendo incollati al video più di venti milioni di italiani, quasi tutti con le lacrime agli occhi. A cominciare dall'allora presidente della repubblica, Sandro Pertini, che volle andare di persona al pozzo maledetto e assistere alle operazioni di soccorso. Fu tutto vano. Alfredino morì alle 6,30 del 13 giugno 1981 (il corpo fu però recuperato soltanto 28 giorni dopo). Sua madre, Franca Rampi, attraverso una fondazione in suo nome, cominciò una lunga battaglia che, grazie anche all'aiuto di Pertini, portò alla nascita della protezione civile.

Prevenzione e sicurezza al centro di una manifestazione in ricordo di Alfredino
Per ricordare i trent'anni di attività, il centro Alfredo Rampi organizza per domani, presso il parco di Villa Gordiani a Roma, la manifestazione "Il villaggio della prevenzione e della sicurezza", dove sarà possibile apprendere le attività educative di primo soccorso interagendo con coloro che operano da anni nel settore della sicurezza ambientale, della prevenzione e della protezione civile. (fonte Dire)

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