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Questo articolo è stato pubblicato il 11 giugno 2011 alle ore 19:03.

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È nato centouno anni prima dell'unità d'Italia e a 250 primavere dalla sua prima stampa, nel 1762, nulla sembra aver perso del suo appeal. Il Barbanera è l'almanacco per eccellenza. Fatto di lunari, ricette, consigli pratici, perle di sapere che nutrono l'ottimismo e quindi - spiegano i saggi – conducono alla felicità. Sarà per questo che non conosce la crisi editoriale. Anzi, in controtendenza con l'andamento del mercato, nel 2010 le vendite dell'almanacco e di tutti i prodotti ad esso collegati sono aumentati del 20%.

Fra calendari e libri, il suo marchio lo scorso anno ha venduto due milioni e mezzo di copie. Senza contare i servizi editoriali: negli ultimi due anni le rubriche radio dei consigli pratici curate dal Barbanera sono passate da 3 a 50. Tradotto anche in inglese e tedesco, l'almanacco è prodotto dalla Editoriale Campi, nata a Foligno nel 1832 e legata da sempre alla cultura popolare. Fino al 1980 è stata la casa editrice di Tv Sorrisi e Canzoni, il primo rotocalco italiano di spettacoli, ideato nel 1939 col nome di "Il Canzoniere della Radio" che raccoglieva i testi dei brani di San Remo.

Nel 2010 l'Editoriale Campi ha fatturato 2,9 milioni di euro, ora conta 13 dipendenti e si è appena trasferita in una nuova sede, un ex convento circondato da un orto botanico. «Siamo nell'immaginario collettivo da generazioni. Questo è uno dei segreti del nostro successo», spiega Mariapia Fanciulli, caporedattore dell'Almanacco. «Coi suoi messaggi e i suoi saperi basati sulla terra e il ciclo delle stagioni il Barbanera riesce a donare serenità».

Ma questo classico della cultura popolare non resta impermeabile alle nuove suggestioni. «I nostri ricettari sono aggiornati. Ora riportiamo anche i prodotti dell'agricoltura biologica. Per rilassarsi, consigliamo discipline orientali lontanissime dal mondo dei nostri nonni, come lo yoga. La nostra sfida – spiega la caporedattrice - è rinnovarsi senza mutare la nostra identità». Tutto ha inizio nel sedicesimo secolo, col leggendario astronomo Barbanera in giro per le fiere a vendere i suoi oroscopi. Il successo fu tale che qualcuno si mise a raccogliere le sue carte in un almanacco entrato, a suon di consigli agricoli ed effemeridi, nel lessico nazionale.

Citato nei libri di Pirandello e di Sciascia, non c'è dizionario di italiano che non lo inserisca fra le sue voci. «... il libro del mio capezzale è quello ove s'aduna il ‘fiore dei tempi e la saggezza delle Nazioni': il Barbanera», vaticinava in una epistola D'Annunzio. «Non ho nessuna tentazione di avanzare ipotesi sull'anno che sta per cominciare; più che alle intuizioni degli esperti io mi affiderei al Barbanera», punzecchiava nei suoi editoriali Enzo Biagi. Per festeggiare i suoi 250 anni, l'a.d. Feliciano Campi, ha messo in cantiere una serie di iniziative per l'Editoriale Campi. È in arrivo la digitalizzazione dell'immenso archivio storico dell'Almanacco e una serie di applicazioni per lo smartphone, per non disconnettersi mai da quei consigli pratici che hanno fatto la felicità dei nostri avi.

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