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Questo articolo è stato pubblicato il 12 giugno 2011 alle ore 18:40.

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Verso un Eurogruppo ad alta tensione con il braccio di ferro Bce-GermaniaVerso un Eurogruppo ad alta tensione con il braccio di ferro Bce-Germania

Si annuncia ad alta tensione l'Eurogruppo straordinario che martedì prossimo riunirà a Bruxelles i ministri delle finanze della zona dell'euro per discutere modalità, tempi e cifre del secondo piano di aiuti per la Grecia. Nessuno nega ormai la necessità di un salvataggio bis per evitare un default greco che avrebbe effetti disastrosi a catena sull'Europa e metterebbe a rischio la stabilità finanziaria mondiale. A dividere non è il "se" ma il "come" intervenire.

La Germania spinge perchè anche i privati, cioè le banche, siano chiamati a fare la loro parte. Il ministro tedesco delle Finanze, Wolfgang Schauble, ha proposto un allungamento della durata dei titoli greci in circolazione di sette anni. Il suo collega belga, Didier Reynders, ha quantificato ieri a 25 miliardi di euro il contributo degli attori privati, su un importo totale stimato in 80 miliardi di euro. Cifre molto plausibili, ma ancora tutte da confermare, in particolare la fetta che si auspica possa arrivare «amichevolmente» da banche, fondi pensione e assicurativi. La Bce mette in guardia sui rischi di un coinvolgimento dei privati, per il quale chiede l'imposizione di paletti precisi: «La partecipazione - ha spiegato Jurgen Stark, membro del Comitato esecutivo – deve essere puramente volontaria e non tradursi in un fallimento».

Il presidente dell'istituto di Francoforte, Jean-Claude Trichet, insisterà su questo concetto all'Eurogruppo, mentre il suo candidato successore, il governatore Mario Draghi, terrà la sua prima audizione di gradimento davanti al Parlamento europeo, a poche centinaia di metri di distanza dalla sede del Consiglio.

La proposta tedesca ha trovato nelle ultime ore un maggiore consenso. La Commissione europea non l'ha rigettata a priori, purché - ha precisato il portavoce del commissario Ue agli Affari economici, Olli Rehn - il coinvolgimento avvenga su base «volontaria», sul modello di quanto fatto a suo tempo per i Paesi dell'Est in difficoltà con il cosiddetto accordo di Vienna. L'importante, per Bruxelles, è che l'operazione non possa essere letta dai mercati come un default. Anche il presidente dell'Eurogruppo Jean-Claude Juncker non si oppone alla soluzione tedesca, purchè non entri in rotta di collisione con la Bce. La Grecia - ha dichiarato Juncker - ha bisogno di una «ristrutturazione del debito soft, volontaria».

Altri preferiscono parlare di «rollover»: un'operazione che consente di protrarre nel tempo un impegno finanziario esistente giunto a scadenza. Sottigliezze semantiche, che si scontrano con la rigidità delle agenzie di rating. Se bollassero questa o quella operazione come un evento di default, non ci sarebbe piano di salvataggio che tenga. E la prospettiva di un disastroso effetto domino sulle economie più deboli della zona euro, Portogallo e Irlanda in primis, diventerebbe tragica realtà.

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