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Questo articolo è stato pubblicato il 14 giugno 2011 alle ore 08:15.

MILANO - Ha chiesto scusa Alberto Meomartini aprendo la relazione annuale di Assolombarda nella sala Verdi del conservatorio di Milano. Scuse per «l'ottimismo» a cui era improntato tutto il suo intervento nella parte pubblica dell'assemblea. Un ottimismo che nasce non solo dal clima «di coesione e collaborazione» che si vive sul territorio, ma anche dai segnali concreti di ripresa che vengono dai dati sull'occupazione, dalle assunzioni di giovani laureati e diplomati che nelle imprese più grandi «stanno tornando - ha detto il presidente degli industriali milanesi - progressivamente ai livelli pre-crisi».
È vero, l'occupazione - soprattutto dei giovani - resta «la maggiore criticità». Ma non è un segnale da poco se le prime 50 imprese di Assolombarda per dimensione, che già occupano più di 160mila persone, nel 2011 prevedono di assumerne quasi altre 5mila con il diploma o la laurea.
Tre sono i «valori fondanti» di Assolombarda che Meomartini ha voluto ricordare a tutti: la coesione tra le diverse componenti della città; l'impegno «totale» e su più fronti per la legalità; la sicurezza sul lavoro «che non è mai abbastanza ma sulla quale i risultati sono molto significativi».
Al conservatorio ieri si respirava un clima positivo, dunque, che secondo Meomartini si manifesta anche nel «rapporto fluido e costante» con le organizzazioni sindacali, con le quali c'è una «relazione fatta di rispetto e concretezza, pragmatismo, voglia di unire e non di dividere, volontà di superare gli ostacoli e nessuna paura del nuovo». È su queste basi che il presidente della principale associazione territoriale di Confindustria si è rivolto ai segretari di Cgil, Cisl e Uil di Milano presenti in sala, Onorio Rosati, Danilo Galvagni e Walter Galbusera, proponendo di immaginare insieme «qualcosa di veramente innovativo per il territorio».
Un'innovazione che «abbatta qualche tabù» da entrambe le parti, «che possa costituire un esempio coraggioso per il resto del paese». Un modo, insomma, per confermare il ruolo trainante di Milano e del suo hinterland nella produzione di occupazione e di ricchezza. Non un'agenda già definita, pronta nel cassetto per l'assemblea annuale, ma una strada per «capitalizzare» subito intelligenze, competenze, esperienze e un metodo di confronto nelle relazioni industriali che ha consentito di realizzare iniziative «utili» per le imprese e per i lavoratori.
I sindacati non si sono tirati indietro e Galvagni ha parlato di «scelte di responsabilità che la Cisl si sente di percorrere da subito». «Mi pare che ci siano le condizioni per trovare, anche attraverso la riqualificazione dei rapporti tra le parti sociali, condizioni di sviluppo e crescita per Milano» ha aggiunto il segretario della Camera del Lavoro, Rosati, per il quale la priorità «è avere una proposta che possa portare maggior occupazione anche per i giovani neolaureati».
Sulla necessità di partire dai giovani, infatti, Meomartini ha insistito a lungo. «Colpisce - ha detto - che molti dei nostri giovani vadano all'estero per svolgere attività di studio o lavoro che in Italia definirebbero di precariato e che altrove, invece, vivono come parte di un progetto di crescita. Trasformiamo il precariato in un percorso progettuale».
L'obiettivo «irrinunciabile» indicato da Meomartini è di «qualificare Milano come 'città dei talenti e delle intelligenze'» consolidando quanto di buono è stato fatto a cominciare dalla semplificazione delle procedure d'ingresso per i professionisti stranieri, l'housing giovanile e la promozione internazionale del sistema universitario. Insomma, una città attrattiva, anche per i docenti, nella convinzione che la partenza dei talenti italiani verso altri paesi «non sia un valore negativo in sé». Ciò che è negativo, piuttosto, «è che pochi giovani stranieri scelgano di venire nel nostro Paese».
Tra le tante potenzialità che il tessuto imprenditoriale ma anche finanziario e accademico della città esprime c'è anche il Green economy network individuato da Assolombarda lungo «l'autostrada dello sviluppo, la A4». E in questo settore «Milano può diventare una capitale di rilevanza internazionale».
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