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Questo articolo è stato pubblicato il 14 giugno 2011 alle ore 21:41.

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Riforma del fisco da attuare subito e sblocco delle risorse dei comuni virtuosi. Umberto Bossi domenica da Pontida per arrivare ad alleggerire il peso dei tributi, indicherà probabilmente, oltre alla rinuncia a missioni militari, anche tagli al welfare per le categorie a più alto reddito. Quanto ai comuni 'ricchi', la Padania di domani pubblica l'elenco dettagliato: si trovano quasi tutti al Nord, in Piemonte, Lombardia, Veneto e Liguria e devono - questo almeno chiederà la Lega - poter accedere pienamente alle loro risorse. Basterà a sedare la rabbia padana?

Sulla pagina Facebook dei commenti pre-Pontida il popolo leghista non è tenero con Silvio Berlusconi. «Abbandoniamo il nano .... vogliamo il referendum padano per la scissione con il Pdl», scrive Ezio. Maurizio cita l'Umberto Bossi del 12 settembre 1998: «Il problema è che al Nord la gente è ancora divisa tra chi sa che Berlusconi è un mafioso e chi non lo sa ancora» e Guido propone un alternativa al 'pratone' di domenica: «Andate al mare che c'è acqua migliore».

Umori accesi pure sul blog della Lega. «State tradendo tutto il popolo che vi ha eletto ......È finita. Uscite ora, da soli, con un briciolo di "apparente" dignità», dice Max. Anche Flavio chiede al Carroccio di prendere le distanze dal Pdl «che ormai è allo sfascio e sta tirando dietro pure voi», e al suo partito dice: «Lega dove sei? Sei disposta anche a questo pur di ottenere qualcosa che con questa maggioranza non otterrai?». Loredana suggerisce: «Dobbiamo smettere di farci dettare l'agenda politica dalle vicende giudiziarie del premier, altrimenti verremo travolti dalla sua immagine impopolare. Non riuscissimo a cambiare agenda politica, staccare la spina non sarebbe il male minore».

Pontida potrebbe essere il momento della svolta, almeno nelle intenzioni dei leader leghisti. Bossi e i suoi non hanno intenzione di mollare e insistono nella richiesta di trasferimento dei ministeri al Nord. Il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli ha depositato nei giorni scorsi all'ufficio centrale elettorale della Cassazione la richiesta per la proposta di legge sulla territorializzazione dei ministeri e delle altre amministrazioni centrali. La raccolta delle firme (ne servono almeno 50 mila) partirà proprio da Pontida il 19 giugno.

Il risultato referendario brucia. I quesiti sono stati più votati al Nord che altrove. Piemonte, Lombardia e Veneto sono sopra la media nazionale. E i leader del Carroccio hanno fatto scelte diverse. Roberto Maroni ha ritirato le due schede sull'acqua e Luca Zaia tutte e quattro.
Alcuni leghisti, parlando a Radio Padania, hanno raccontato di aver votato al referendum, altri non lo hanno fatto, molti sono sempre più critici nei confronti di Silvio Berlusconi. Il timore di «una terza sberla e poi una quarta» è forte. E Bossi? «È il leader indiscusso della Lega», ribadisce il sindaco leghista di Verona, Flavio Tosi.

Da Pontida per recuperare consenso la Lega punterà anche su temi di forte impatto sull'opinione pubblica, come il blocco navale anti immigrati.
Dalla Capitale però arriva un primo avviso: se Umberto Bossi e i suoi tirano troppo la corda a saltare sarà il federalismo fiscale, provvedimento attorno a cui ruota tutta la missione dei lumbard in questa legislatura. A dirlo è il sindaco Gianni Alemanno: «Non esca fuori una provocazione contro Roma perché reagiremo con estrema durezza».

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