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Questo articolo è stato pubblicato il 17 giugno 2011 alle ore 17:45.

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«Non mi va tanto giù questa cosa delle dimissioni di Weiner per cosa poi? Sexting (mandare messaggi sexy via web ndr)? Siamo di fronte a un disastro morale da post Impero, più che il trionfo dell'Impero». Bret Easton Ellis, voce degli yuppies di fine anni 80, commenta così su Twitter l'addio al Congresso del deputato democratico Anthony Weiner, protagonista dell'ultimo scandalo della politica americana per aver mandato foto nudo e in mutande via Twitter ad almeno quattro ragazze e una ex pornostar. Un addio in realtà fortemente consigliato da esponenti del suo partito, dall'ex speaker Nancy Pelosi al presidente Obama, passando per la moglie del sexy-twitterdipendente, Huma Abedin, consigliere del segretario di stato Hillary Clinton.

Nelle ore in cui i colleghi di partito prendono le distanze e uno scrittore di successo storce il naso, Anthony Weiner trova un possibile datore di lavoro. All'indomani dell'annuncio delle sue dimissioni, quello che fino a due mesi fa era il più probabile candidato alla poltrona di sindaco di New York, ha ricevuto una proposta di lavoro dal re del porno, Larry Flint. «Questa offerta non è uno scherzo - ha scritto il magnate, in una lettera pubblicata dal sito web TMZ - e per dimostrartelo, il Flynt Management Group è pronto a pagarti il 20% in più rispetto al tuo precedente stipendio da congressista», oltre alla copertura medica e alle spese di trasferimento.

Un'opportunità dovuta, secondo Flynt, ad una vittima dell'«infondata pressione politica e dell'ipocrisia che ha invaso la democrazia a Washington». La battaglia di Flynt ha radici lontane, raccontate nel film di Milos Forman The People vs Larry Flynt , che ripercorre la vita e le battaglie dell'editore di Hustler. Oggi Flynt scrive una lettera a Weiner pubblicata anche dall'Huffington Post, «la nostra missione chiave non ha mai dimenticato la battaglia contro l'ipocrisia del governo federale e di quelli statali. Questa offerta ti è rivolta in base alle tue competenze ma non posso non notare - scrive ancora il re dell'editoria porno - che le tue sfortunate dimissioni sono il primario esempio dell'ipocrisia che pervade
Washington. aspetto la tua risposta, Larry Flynt».

Flynt non è l'unico a reagire alle dimissioni di Weiner: una delle destinatarie delle foto incriminate, l'ex porno star Ginger Lee, si è rallegrata per la decisione, «la più saggia che potesse prendere, per se stesso, per la sua famiglia, per chiunque altro coinvolto in questo scandalo». «Spero - ha aggiunto - che il trattamento a cui si sta sottoponendo lo aiuterà a controllare i suoi impulsi e a prendere decisioni migliori in futuro». Il deputato 46enne ha annunciato di lasciare il Congresso ieri, durante un'affollata conferenza stampa in un centro anziani di Brooklyn, a New York. Fra incoraggiamenti dei sostenitori e grida oscene, Weiner ha ringraziato i colleghi di partito, lo staff, gli elettori e la famiglia - a cominciare dalla moglie Huma, incinta del loro primo figlio - per essergli stato accanto nel difficile momento. Il democratico, dispiaciuto per il «danno» causato dallo scandalo al suo partito e alla sua famiglia, ha quindi sottolineato che cercherà «altri modi per contribuire con i miei talenti». Il presidente Barack Obama, che qualche giorno fa era intervenuto nella vicenda, assicurando che se si fosse trovato al suo posto si sarebbe dimesso, ha accolto la notizia dicendosi convinto che «alla fine sarà in grado di riprendersi».

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