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Questo articolo è stato pubblicato il 19 giugno 2011 alle ore 14:05.

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Umberto Bossi a Pontida (Ansa)Umberto Bossi a Pontida (Ansa)

La leadership di Silvio Berlusconi è intatta fino alle prossime elezioni politiche. Il capo della Lega, Umberto Bossi, ha aperto il suo comizio a Pontida con una rassicurazione per il governo. Qualche critica, invece, per il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, che deve ridurre le tasse. Rivolgendosi al ministro dell'Economia, Bossi ha chiesto che venga ridiscusso il patto di stabilità. La guerra in Libia? «Ci costa un miliardo e ci porta gli immigrati». Poi Bossi ha ringraziato Berlusconi per aver dato alla Lega il federalismo fiscale e ha attaccato Equitalia - «già martedì voteremo un decreto che metta dei paletti all'azione di Equitalia» -. Lo annuncia Umberto Bossi dal palco di Pontida. e difeso gli agricoltori sui contenziosi sul versamento dei contributi e sulle quote latte.

Un colpo al cerchio e uno alla botte
Bossi dal palco di Pontida giura fedeltà al premier, Silvio Berlusconi, ma solo fino alla elezioni. «Fino ad allora - dice - la sua leadership è fuori discussione». Nei poco meno di 20 minuti di discorso, mai così pochi nei precedenti 20 anni alla festa della Lega, Bossi ha voluto tranquillizzare il suo popolo, giunto qui da tutto il nord Italia per apprendere dal lider maximo la linea politica, appannata dopo i recenti rovesci alle comunali e ai referendum. Bossi, visibilmente affaticato, ha voluto dare prima di tutto l'immagine di una Lega coesa e per nulla spaccata. Accanto a lui annuivano i ministri Calderoli e Maroni, indicati come i più scettici sulla recente leadershipè del capo della lega.

Il Senatur nel suo discorso non ha risparmiato soprattutto Tremonti e ha mandato dei messaggi molto netti al Governo: riforma fiscale subito, che poi è la naturale estensione del federalismo fiscale; ridiscussione del patto di stabilità «perché i sindaci del nord hanno molte risorse da spendere ma non lo possono fare»; via dalla guerra in Libia «che ci costa un miliardo per bombardare e per recuperare gli immigrati che finiscono in mare o per rimandarli a casa con i decreti di espulsione».
Ma Bossi ha dedicato una parte consistente del suo discorso a fare richieste a Tremonti. «La pressione fiscale - ha detto - ha raggiunto livelli abnormi. Se si fanno quei tagli che chiediamo da tempo, non avremo nessuna crisi alla greca», ha detto sicuro il leader della Lega. «Caro Giulio - ha aggiunto - se vuoi i nostri voti in Parlamento, devi affrontare questi problemi che ti poniamo, compreso quello di Equitalia, che sta mettendo sul lastrico decine di imprese del Nord. Roba che neppure la sinistra aveva fatto».

«Adesso andare a votare non ha senso»
Insomma, il leader della Lega ha voluto fare una prova di forza, consapevole che il momento non è dei migliori neppure per il suo partito. La perdita di alcuni comuni del Nord alle recenti amministrative e la batosta referendaria si sono fatte sentire nel percorso politico della Lega. Ecco perché Bossi ha detto che «adesso andare a votare non ha senso, perché il momento è favorevole alla sinistra». Maroni, che è stato l'ultimo a parlare, ha affrontato soprattutto il problema Libia: abbiamo tutti contro - ha detto - Nato, Ue e magistrati filoimmigrati». Un po' quello che le migliaia di leghisti accorsi qui a Pontida a sfidare un caldo torrido volevano sentire, sapere che il vertice del partito ha le idee chiare, dal loro punto di vista. Ma anche Maroni, come Bossi, è un politico navigato e ha concluso dicendo: «Quello che ha detto Bossi qui è rivolto a chi ha orecchie per sentire e chi è a Roma ha già inteso».

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