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Questo articolo è stato pubblicato il 19 giugno 2011 alle ore 10:32.

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Rappresentato ovunque, sulle ribalte più importanti, nelle maggiori rassegne internazionali, l'argentino Rafael Spregelburd è di sicuro l'autore del momento. Che non si tratti di un fenomeno alla moda lo dimostra la complessità dei suoi testi, che rivelano ingegno e talento visionario: se ne è avuta conferma vedendo L'entêtement, il bellissimo spettacolo che la compagnia francese del Théâtre des Lucioles ha proposto al Festival delle Colline Torinesi, in anteprima rispetto ad Avignone, dove debutterà tra poche settimane.
I tratti tipici della sua scrittura – il gusto delle trame macchinose, in cui si intrecciano vicende diverse, piene di trabocchetti, di false piste, di trompe l'oeil narrativi che non conducono da nessuna parte – viene qui elevata all'ennesima potenza: sullo sfondo della Guerra civile spagnola si combinano le storie sovrapposte di una misteriosa lista – su cui molti vorrebbero mettere le mani – di presunti sovversivi ricercati, di una ragazza visitata dal fantasma di un'ipotetica sorella morta in fondo a un pozzo, di una macchina che traduce le parole in numeri, realizzando l'utopia di una lingua universale.
In un virtuosistico gioco di specchi Spregelburd, nei tre atti, inquadra gli stessi avvenimenti da tre punti di osservazione diversi, due stanze della casa di un commissario franchista e il suo giardino: ogni volta l'azione – che si svolge fra le 17 e le 18.14 di un pomeriggio del '39 – riparte dall'orario iniziale, in una vertiginosa scomposizione temporale. Ogni volta vi si coglie qualche nuovo indizio, destinato però a finire nel nulla: nel truce epilogo, fascisti e rivoluzionari, buoni e cattivi saranno ugualmente trucidati da una serva pazza.
Nella loro aguzza messinscena Marcial Di Fonzo Bo ed Elise Vigier – che figurano anche tra gli interpreti principali – sono riusciti perfettamente a far convivere questo andamento romanzesco della pièce, quasi da feuilleton, col taglio stralunato della sua costruzione drammaturgica, e con la natura dichiaratamente artificiosa dei personaggi: i bravi attori si moltiplicano dunque in più ruoli, ci sono uomini in vesti femminili, e atteggiamenti sottilmente burattineschi.
L'invenzione più suggestiva è la sorprendente macchina scenica, un'intera casa con le sue varie stanze che ruota su se stessa portando in primo piano ora un ambiente, ora un altro: ma è anch'essa una casa non realistica, sghemba, ingannevole come tutto il resto di questo affresco sull'incerto confine tra verità e apparenza, che sembra voler dire molto ma in definitiva non significa nulla (o che viceversa sembra non voler dire nulla ma nasconde molti significati, a seconda della prospettiva).
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Rafael Spregelburd
L'entêtement
regia di Marcial Di Fonzo Bo ed Elise Vigier, visto al Teatro Astra di Torino; ad Avignone dall'8 al 15 luglio.

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