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Questo articolo è stato pubblicato il 19 giugno 2011 alle ore 08:12.

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PONTIDA Dal nostro inviato
«Se Berlusconi arriva a fine legislatura?» Attimi di suspence. Poi, Umberto Bossi, anche se a fatica, si lascia andare ad una risposta enigmatica. «Mah... venga a Pontida e lo capirà». Il leader della Lega Nord sa come fare per rendere l'atmosfera attorno a Pontida ancora più misteriosa. Mezzo mondo sarà collegato in diretta con il prato del piccolo borgo bergamasco dove intorno a mezzogiorno Bossi parlerà ai suoi.
Da ieri mattina i grandi network come Bbc e Al Jazeera hanno piantato le loro paraboliche a pochi metri dal palco che ospiterà lo stato maggiore della Lega Nord. Le agenzie di rating internazionali saranno direttamente interessate alle parole del Senatùr. Lo stesso Berlusconi sarà informato attimo per attimo. Quello di oggi sarà il giorno più lungo per governo. Da borgo antico affondato nelle valli bergamasche, Pontida è il centro dell'attenzione politica non solo italiana. Bossi questo lo sa ed è per questo che ieri per tutto il giorno ha continuato a dire alla gente «venite a Pontida, così saprete....».
I vecchi militanti della Lega Nord, i primi discepoli di Bossi, ieri a mezza bocca ammettevano che il mal di pancia c'è.
L'ex senatore leghista, amico della prima ora del Senatùr, Ettore Pirovano, presidente della provincia di Bergamo, ieri ha parlato con Bossi fitto fitto. Quindi, si sbilancia un pochino: «Fra i temi che Bossi affronterà davanti alla platea dei militanti, c'è sicuramente il problema relativo al patto di stabilità. Noi abbiamo milioni da spendere ma non lo possiamo fare perché al Sud....». E la guerra in Libia? «È un argomento che sta a cuore alla nostra base». E la riforma fiscale? «Dopo il federalismo, è necessaria». Dei ministeri al nord si è già parlato, anche se Alfano ha minimizzato.
Insomma, il vertice della Lega a Pontida vuole dare un segnale forte alla base. E forse non è neppure un caso che ieri pomeriggio, a Bergamo, Bossi e Calderoli, con il ministro della Difesa, Angelino Alfano, hanno presentato il progetto della prima scuola superiore di magistratura. «Un segnale molto forte – ha detto Bossi – alla nostra Lombardia».
Mezz'ora, tanto è durata la presentazione, di Bergamo. Poi, Bossi è sparito. Ma non si è visto. Mai come in questo momento la base della Lega è disorientata. Tanto che l'ordine di scuderia dato ai militanti è stato quello di non rispondere alle domande dei giornalisti sui temi riguardanti l'alleanza con Berlusconi. «Parliamo solo con la Padania», ci è stato risposto. Quello con Berlusconi è un tema scottante che invece è di stretta attualità fra le tende ed i camper che affollano Pontida.
Emblematico quanto ha dichiarato, dopo averci dato appuntamento in un bar in un paesino vicino, un ex militante Pci deluso approdato alla Lega. «Le responsabilità di Governo, aggiunte alla situazione personale di Bossi, stanno facendo diventare la Lega un partito stalinista. E il messaggio che domani Bossi darà alla base, ma anche agli alleati, è che nella Lega comanda lui e solo lui. Maroni e Calderoli possono mettersi l'animo in pace».
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