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Questo articolo è stato pubblicato il 20 giugno 2011 alle ore 22:28.

Il sindaco Giuliano Pisapia e la giunta durante la prima seduta del Consiglio comunale, 20 giugno 2011 (Emblema)Il sindaco Giuliano Pisapia e la giunta durante la prima seduta del Consiglio comunale, 20 giugno 2011 (Emblema)

Il sindaco, che all'inizio del suo discorso ha ringraziato il presidente della Repubblica e l'Arcivescovo di Milano, il Cardinale Dionigi Tettamanzi, traccia le linee per la sua amministrazione. Sarà, dice, una legislatura costituente, «soprattutto nella ricostruzione di solide relazioni con la città», per ridare vigore a economia, lavoro, impresa, professioni, welfare e cultura. Un ruolo rilevante, precisa, lo avranno i consigli di zona, che saranno «vere e proprie municipalità, con poteri reali, risorse sufficienti e una parte di bilancio partecipato».

L'idea è quella di realizzare un patto per la città «che si traduca in sviluppo economico e aumento della competitività, del benessere, della crescita sociale e culturale». Il lavoro dell'amministrazione, indica Pisapia, sarà teso soprattutto a dare risposte a quelle famiglie che domandano nuove politiche sociali; ai lavoratori che chiedono un'occupazione dignitosa, combattendo la precarietà per dare futuro ai giovani; alle imprese che vogliono competere in un contesto di concorrenza trasparente.

La promessa è quella di una Milano che sappia «valorizzare la sua grande tradizione di solidarietà e di città aperta e accogliente».
Le Scuole civiche, dice Giuliano Pisapia «devono tornare a essere un fiore all'occhiello di Milano». Il capitale umano e professionale dei dipendenti del Comune «sarà valorizzato, favorendo le pari opportunità e la conciliazione della famiglia e del lavoro». Le barriere architettoniche saranno rimosse. Ma Milano, dice ancora Pisapia, sarà anche una città a misura di bambino, una città «in cui si possa vivere senza venire discriminati per le proprie idee o stili di vita, in cui nessuno si senta solo o straniero», una città più verde e vivibile.

Il sindaco ricorda gli impegni presi sui temi dell'inquinamento, del traffico, della valorizzazione della Darsena e dei Navigli. E su Expo assicura: lascerà «in eredità ai cittadini più occupazione, più sviluppo, più relazioni internazionali», ma sarà anche «un'occasione di dialogo tra culture diverse, di diffusione di conoscenze, di apertura al mondo».

Basilio Rizzo è il nuovo presidente del consiglio comunale, eletto con 28 preferenze alla terza votazione, quando il quorum per la designazione da regolamento scende dalla maggioranza qualificata a quella semplice (25 voti). In lizza oltre a Rizzo, sostenuto da Pd, Sel, Idv, Lista Civica e Federazione della Sinistra, anche il radicale Marco Cappato, autocandidatosi e l'ex vicesindaco Riccardo De Corato supportato da Pdl e Lega. Intanto il Popolo della Libertà ha trovato una soluzione temporanea per la guida del gruppo con Giulio Gallera e Carlo Masseroli portavoce.

Per il sindaco è tornato in piazza il popolo arancione. Quando Giuliano Pisapia giura sulla Costituzione la sua fedeltà alla città e all'interesse pubblico, parte un lungo applauso da piazza San Fedele, dove una folla segue su un mega schermo i lavori d'aula del primo Consiglio comunale. C'è anche un banchetto allestito da un ristorante con il riso arancione alla zucca, ideato da uno chef per la giornata.

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