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Questo articolo è stato pubblicato il 20 giugno 2011 alle ore 22:28.

Nella prima seduta del consiglio comunale Giuliano Pisapia lancia un grido d'allarme sullo stato di salute delle casse di Palazzo Marino, dopo la gestione del centrodestra di Letizia Moratti. E conferma quanto già rilevato dai revisori: dal controllo sul rendiconto «emerge un andamento assai negativo delle entrate che compromette l'equilibrio di bilancio sia di parte corrente che dei saldi utili ai fini del rispetto del patto di stabilità». Verifiche sono ancora in corso e il sindaco si riserva di dare ulteriori comunicazioni ad accertamenti ultimati.
Poco prima l'assessore al Bilancio, Bruno Tabacci, parlando con i giornalisti, aveva sottolineato come il bilancio fosse stato costruito «con la copertura della spesa corrente attraverso entrate straordinarie». Come «facevano le famiglie nobiliari che dismettevano parte del patrimonio nei momenti di difficoltà economica», ha detto Tabacci.
In aula, come annunciato c'è anche Letizia Moratti, che non gradisce il posto assegnatole e, prima dell'inizio della seduta, ottiene un cambio: tra i banchi dell'opposizione è la prima, subito dietro i membri di giunta. L'ex sindaco, protagonista a inizio lavori di una calorosa stretta di mano con Pisapia, smentisce il cattivo stato di salute dei conti e promette un'opposizione dura nel caso la nuova amministrazione decidesse di aumentare tariffe o introdurre nuove tasse. Poi conferma quanto aveva annunciato l'ultimo giorno del suo mandato: «siamo orgogliosi che il bilancio che abbiamo lasciato preveda 48 milioni di euro di avanzo per poter fare investimenti. Siamo orgogliosi di quanto abbiamo seminato nella consapevolezza che, per amore della città, non importa chi poi raccoglie». Orgogliosi anche - dice Letizia Moratti - di aver avviato i lavori per due nuove linee del metrò, di non aver introdotto l'addizionale Irpef e di aver lasciato le tariffe tra le più basse di tutta Italia.
Giuliano Pisapia parla anche del piano di governo del territorio per sottolineare l'impegno dell'amministrazione «a valutare le osservazioni presentate da cittadini e associazioni», per una cittá in cui, dice il sindaco «non vi siano più abitanti senza casa e case senza abitanti». Poi assicura che a Palazzo Marino non ci saranno più auto blu, ma solo piccole utilitarie in condivisione, utilizzate «con la dovuta sobrietà». Piccole cose, ammette «che però possono essere indicative di un rapporto paritario tra cittadini e chi li rappresenta».
Per il capogruppo del Carroccio, Matteo Salvini, è una bugia. Le auto blu, dice «grazie alla Lega erano già state tolte». Nel 2008, precisa Salvini la Lega aveva imposto al Comune un taglio delle auto di servizio, grazie a un emendamento al bilancio. E per questo, con una mozione già depositata, invita la nuova amministrazione ad avere il coraggio di costringere assessori e dirigenti a muoversi in città con i mezzi pubblici o con le auto personali.
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