Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 21 giugno 2011 alle ore 08:45.

My24

Posizione comune su quanto Silvio Berlusconi dirà davanti alle Camere a proposito della missione in Libia, mentre per quanto riguarda la tempistica e la durata dell'intervento italiano, la questione sarà congelata fino al Consiglio Supremo di Difesa in programma il 6 luglio prossimo quando sarà sottoposta all'attenzione dell'organo presieduto dal capo dello stato.

È questa l'intesa che, come riferiscono fonti presenti a palazzo Grazioli, è stata raggiunta nella notte tra il premier, i vertici del Pdl e i leghisti Roberto Calderoli e Marco Reguzzoni.

L'ipotesi di trasferire i ministeri riguarderà esclusivamente uffici di rappresentanza pur se operativi. È questa la linea del Pdl emersa durante il vertice, sempre secondo quanto riferito da alcuni presenti. Durante l'incontro sarebbe stato sentito al telefono anche il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, assieme alla presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, il più acceso oppositore all'ipotesi di trasferire dicasteri al nord.

«Prendere o lasciare». Toni ultimativi, invece, da parte del quotidiano leghista La Padania che, dopo il titolo a caratteri cubitali della prima pagina, nel sommario ricorda i fronti aperti («fisco, missioni militari, tagli alla politica») e fa presente che al Senato ci sarà la verifica di governo. Quindi rivolto all'alleato, scrive: «Berlusconi obbligato a scoprire le carte. Deve rispondere all'agenda politica dettata a Pontida».

Bossi e Berlusconi, l'illusione di arrivare senza danni fino al 2013 (Il Punto di Stefano Folli)

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi