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Questo articolo è stato pubblicato il 21 giugno 2011 alle ore 20:13.

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C'è chi come il leader dell'Api, Francesco Rutelli, invoca «una soluzione alla tedesca» per rilanciare l'economia. E chi, come la numero uno del Pd a Palazzo Madama, Anna Finocchiaro, chiede un passo indietro al premier. «Se vuol bene all'Italia, si dimetta Nel paese rappresenta ormai la minoranza degli italiani». Mentre il capogruppo dell'Udc, Giampiero D'Alia, paragona il premier e il Senatur «a Totò e a Peppino» in quel di Milano. L'opposizione scandisce un nuovo attacco alla maggioranza dall'aula di Palazzo Madama. Ma, dal dibattito che segue l'informativa del premier, arrivano pochi sussulti e soprattutto nessuna minaccia concreta alla stabilità della maggioranza. Visto e considerato che Pd, Idv e Terzo polo, scelgono la linea della non belligeranza senza mozioni o documenti che possono stringere all'angolo il Cavaliere.

Tazza di latte per il premier dopo l'intervento
Così, tra una tazza di latte che arriva al banco del governo e finisce nella mani del premier e un mini-vertice di quest'ultimo con Tremonti, Letta e Calderoli a margine dell'informativa, Berlusconi ascolta con aria annoiata il dibattito e se la ride in più occasioni. Lo fa quando a prendere la parola in Aula è Felice Belisario, capogruppo dell'Idv. «Berlusconi sta tenendo insieme il governo solo grazie a riti voodoo e alla compravendita di parlamentari. Ormai il premier parla solo a se stesso e probabilmente non riesce nemmeno a convincersi da solo».

Calderoli ironico sull'affondo di Belisario
Belisario scatena l'ilarità del Cavaliere e, accanto a lui, si agita anche il ministro Roberto Calderoli, che non risparmia una chiusa ironica all'intervento del capogruppo Idv. Tutto avviene quando l'esponente dipietrista accusa il Cavaliere di aver portato in Parlamento «la P2, la P3, la P4». A quel punto il ministro leghista aggiunge la sua postilla. «Anche la P5...».

Scontro in Aula tra Bricolo e l'opposizione
Insomma, il dibattito scorre via senza grossi intoppi e si infervora solo per l'intervento di Federico Bricolo, capogruppo della Lega. Più di una volta, infatti, l'esponente del Carroccio incassa i fischi e i "buu" partiti dai banchi dell'opposizione, tanto che il presidente del Senato, Renato Schifani, si affretta a mettere una pezza definendoli «cori da stadio». Il primo scontro va in scena quando Bricolo parla delle nuove norme in materia di immigrazione clandestina, varate «alla faccia di Vendola e della sinistra», norme che Massimo D'Alema ha commentato con indignazione, ricorda il capogruppo del Carroccio. «D'Alema si indigni pur, chi se ne frega, noi andiamo avanti». A questo punto, dai banchi dell'opposizione la solidarietà all'ex premier si concretizza in una selva di fischi all'indirizzo dell'esponente della Lega. Uno scontro che strappa altri sorrisi al premier.

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