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Questo articolo è stato pubblicato il 21 giugno 2011 alle ore 16:38.

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E adesso toccherà all'Italia? Per allontanare le paure di contagio nella crisi del debito dell'eurozona, l'Italia ha bisogno di una riforma strutturale. Per il Financial Times, è questo il miglior regalo che il Belpaese si può fare per i suoi 150 anni. "Buon compleanno, Italia", augura con un po' di ironia il Ft in un commento della rubrica Lex, osservando che "sfortunatamente" l'anniversario sarà con ogni probabilità segnato dal declassamento del rating del suo debito sovrano.

L'Italia ha goduto per anni di un rating "notevolmente solido" nonostante l'alto debito, sottolinea il Ft. Proprio quest'anno, sono arrivati due avvisi negativi sui conti pubblici italiani, prima da Standard and Poor's e poi da Moody's. La minaccia di un downgrade "non è una sciocchezza", ma l'Italia potrebbe essere tanto un argine contro un ulteriore contagio nell'eurozona quanto un canale di diffusione. Venerdì scorso Moody's ha puntato il dito sul mix di bassa crescita, insicurezza politica e il rischio di maggiori difficoltà di finanziamento del debito nella spirale crescente degli interessi. "Niente di tutto questo è nuovo", nota il quotidiano londinese. "L'Italia ha vissuto per anni con questi svantaggi e ha mantenuto la propria affidabilità di credito".

Per il Financial Times, "la situazione del Paese è più simile alla Spagna che alla Grecia". Come sostiene Barclays, l'Italia è nella lunga lista di Paesi che attualmente godono di liquidità ma "sono vulnerabili agli umori del mercato".

Certo, la politica italiana è "scoraggiante", ma secondo il quotidiano il rischio più grande per Roma è la stagnazione, non il caos. Le élites finanziarie italiane, continua il Ft, sono consapevoli dei rischi che comporta "nascondere l'indebitamento". L'economia italiana è la maggiore minaccia alla stabilità del suo debito. Nel primo trimestre 2011, il Pil è cresciuto appena dello 0,1%, un livello definito "irragionevole". Per il Financial Times, il più bel regalo che l'Italia si potrebbe fare per il 150mo anniversario è quindi una "seria riforma strutturale".

Nell'edizione online del Financial Times, in un video dal titolo "L'Italia sarà la prossima?", il corrispondente da Milano Vincent Boland dice che ciò "non succederà": il debito dell'Italia è "ben gestito e ben finanziato" e, nonostante l'instabilità politica, l'Italia "è una buona scommessa, meglio della Spagna".

Sempre sulle colonne del quotidiano britannico, Edward Altman della Stern School of Business e Maurizio Esentato di Classis Capital sostengono che nella guerra della crisi del debito sarà l'Italia a combattere la "battaglia finale". "Alcuni analisti pensano che la Spagna sia l'ultimo bastione per la sopravvivenza dell'euro. Noi non siano di questo avviso. Siamo convinti che la battaglia finale sarà combattuta sulle rive pittoresche d'Italia, e Roma ne uscirà o come l'eroe o come il cattivo".

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