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Questo articolo è stato pubblicato il 24 giugno 2011 alle ore 14:07.

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Lo dice ai giornalisti sfoderando il sorriso. La nomina del governatore di Bankitalia, Mario Draghi, alla guida della Bce. «È un grande successo dell'Italia e del governo». E Silvio Berlusconi, da Bruxelles, ha già contattato il diretto interessato per le congratulazioni di rito. «Gli ho fatto gli auguri al telefono». Quindi il Cavaliere aggiunge di aver chiamato anche il capo dello Stato «che si è complimentato massimamente per il risultato ottenuto». La partita della successione a Jean-Claude Trichet si conclude dunque con la benedizione del premier.

Per il dopo-Draghi in corsa Saccomanni, Grilli e Bini Smaghi
Ma un'altra si apre ora a via Nazionale. Dove per la corsa al dopo Draghi sono tre i nomi in pole position. È sempre il Cavaliere, nel corso di una conferenza stampa al termine del Consiglio europeo, a ricordare la terna: Fabrizio Saccomanni, attuale dg di Bankitalia, Vittorio Grilli, direttore del Tesoro sponsorizzato da Tremonti, e Lorenzo Bini Smaghi, membro italiano del board della Bce. «Tre personalità - aggiunge Berlusconi - in grado di assumere la responsabilità di governare la Banca d'Italia». L'approfondimento sarà sul tavolo del prossimo Consiglio dei ministri, ma Berlusconi aggiunge una postilla sollecitato dai giornalisti che gli chiedono se Bini Smaghi sarebbe «qualificato» per la successione a Draghi. «Non mi sembra che vi possano essere dubbi al riguardo visto il particolare incarico svolto fino a oggi».

Manovra al prossimo Cdm: Berlusconi, cifra non sarà molto elevata
Il premier torna poi sui prossimi impegni che attendono l'esecutivo. E chiarisce che nel Cdm in programma giovedì il governo presenterà la manovra. Ma, rassicura, «non savrà una cifra molto elevata» e «riguarderà l'immediato e sarà prodromica a quella che presenteremo prossimamente». E comunque, sottolinea il premier, la situazione della Grecia «non è nemmeno lontanamente paragonabile» a quella dell'Italia. Una precisazione che il Cavaliere giudica necessaria dopo le parole del leader dell'opposizione greca, Antonis Samaras. «Attenzione, dopo la Grecia l'Italia potrebbe essere la prossima a finire nel mirino». Nella stessa riunione di Palazzo Chigi dovrebbe poi trovare una soluzione anche l'emergenza dei rifiuti a Napoli su cui ieri si è registrato il nuovo appello del capo dello Stato. «Il decreto al prossimo Cdm? Sì certamente - replica il Cavaliere -. Affronteremo il problema che è già sul tavolo da diversi giorni cercando le soluzioni più appropriate».

Intercettazioni: ora situazione da paese non civile
Quindi il premier si lascia andare all'ennesimo sfogo contro la pubblicazione indiscriminata delle intercettazioni. «Non è vita non poter alzare il telefono e parlare liberamente e poi vedere le conversazioni sui giornali il giorno dopo senza che ci sia nulla di penalmente rilevante». Infine il dossier Libia con il pressing della Lega per una rapida exit strategy.«Ciò che porrà fine all'intervento in Libia non potrà che essere una rivolta della popolazione a Tripoli». Di un eventuale disimpegno, insomma, il Cavaliere per ora preferisce non parlare.

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