Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 25 giugno 2011 alle ore 12:45.
L'opera Miss Mao dei Gao Brothers (Krasilnikov Stanislav/ITAR-TASS Photo/Corbis)
Ai Weiwei è libero ma per un anno non potrà rilasciare interviste, viaggiare all'estero e twittare. Una specie di arresti domiciliari reali e digitali per l'artista blogger e coideatore del Nido d'Uccello, stadio delle Olimpiadi di Pechino, accusato di evasione fiscale e rilasciato due giorni fa. «Il passaggio cruciale sono quelle due condizioni: i media e Internet» dice alla Reuters una persona vicina alla famiglia del dissidente 54enne, smentendo quanto affermano le autorità cinesi cioè che il caso Ai Weiwei è puramente economico.
L'artista può così andare in giro per Pechino ma deve segnalare tutti i suoi movimenti. Pu Zhiqiang, avvocato specializzato nei diritti umani, sostiene che il divieto di twittare e rilasciare interviste è «illegale perché viola le convenzioni Onu». Ai Weiwei è uno dei tanti cinesi che riusciva ad aggirare le restrizioni della Rete in Cina e usare lo stesso i social network: ha più di 89mila followers su Twitter, ha scritto circa 60mila tweet, l'ultimo il 3 aprile, giorno dell'arresto. Questa interdizione dal web non fa che confermare quanto sostengono gli analisti: la liberazione di Ai non è un cambio di rotta delle autorità cinesi che da febbraio a oggi hanno messo a tacere più di 130 avvocati e attivisti che non hanno goduto della stessa mobilitazione internazionale: Ai è stato infatti rilasciato il giorno prima che il premier Wen Jabao iniziasse il suo viaggio in Germania e Francia, paesi che hanno criticato gli arresti del blogger.
Ai Weiwei non è l'unico artista che Pechino, preoccupata dalla primavera araba, tiene d'occhio: ce ne sono altri meno famosi che han già pagato per la loro attività. Quello che emerge è che spesso non c'è una lotta per la libertà di espressione: a volte all'artista la politica e il regime non interessano, altre volte si critica e si ragiona sulla società cinese dall'interno, non insomma con i canoni occidentali (qui le foto delle opere).
Cheng Li, 57 anni, poco conosciuto all'estero fino al 20 marzo scorso quando è stato condannato a un anno di lavori forzati in un campo di rieducazione per "Arte Puttana" performance al Museo di arte contemporanea di Pechino in cui fa sesso con una donna, volendo così dimostrare che l'arte e il sesso sono la stessa cosa: se la prima si rende commerciale è come il secondo che si paga: prostituzione. L'accusa delle autorità è che lo spettacolo di Cheng «ha attirato troppo pubblico, causando disordini e caos». La donna che faceva sesso con l'artista è stata arrestata e non si sa che fine abbia fatto.
I fratelli Gao. Si divertono a raffigurare Mao Zedong inginocchiato come un penitente, con le tette giganti, la testa staccabile o mentre spara su un plotone d'esecuzione che sta per uccidere Gesù Cristo. L'ossessione per il Grande Timoniere non è casuale: il padre degli artisti si è suicidato dopo essere uscito da un campo di rieducazione in cui è stato imprigionato durante la Rivoluzione culturale. I fratelli Gao non possono esporre in Cina, negli anni le autorità hanno sequestrato le loro opere, tagliato la luce al loro studio. Le mostre dei Gao si svolgono in feste private: fan e appassionati sanno all'ultimo momento in quale casa si riuniranno via sms o passaparola. I fratelli continuano però a dire che la loro opera è personale non politica, e non si definiscono dissidenti.
Guo Gai. Autore del Trittico di Gesù Cristo, opera in cui racconta come la fede nel comunismo è morta per colpa del materialismo: al suo posto la rapida diffusione della fede religiosa in generale e quella cristiana in particolare. Guo è stato arrestato a Pechino il 24 marzo, qualche giorno dopo l'arresto di Cheng Li. La colpa è aver esposto foto che raccontavano la repressione del nascente movimento democratico che si ispirava alla Rivoluzione dei Gelsomini in Tunisia. Guo è stato liberato dopo un mese ma non può lasciare Pechino.
Sun Yuan e Peng Yu. Negli ultimi dieci anni, Sun e Peng si sono fatti conoscere in Cina e all'estero. Del 1998 è Honey, opera in cui il cadavere vero di un anziano è seppellito sotto uno strato di ghiaccio con un bambino sdraiato accanto. In un'altra istallazione si fanno trasfusioni a due cadaveri di bambini. In un'altra, i leader del mondo raffigurati come vecchi decrepiti che vanno in giro su carrozzelle elettriche. In un'opera del 2009 "Freedom" si critica la repressione di piazza Tiananmen. Nonostante queste provocazioni, i due, forse perché visti come esponenti di una nuova generazione di artisti, non sono stati ancora colpiti dalla giustizia cinese. (An. Man.)
©RIPRODUZIONE RISERVATA









