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Questo articolo è stato pubblicato il 25 giugno 2011 alle ore 08:15.

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ROMA
«Il mio rapporto con Papa è iniziato con la vicenda Tucci (commercialista di Stefano De Michelis, n.d.r.)» e Papa «ha detto: ti posso dare una mano?».
Luigi Bisignani racconta e spiega nell'interrogatorio - il verbale era finora inedito - di garanzia davanti al gip e ai pm napoletani. Afferma che Papa, allora magistrato - oggi nell'indagine pende una richiesta d'arresto alla Camera - alto funzionario al ministero della Giustizia, cerca e incontra con insistenza Bisignani. L'imputato spiega anche che «La Monica (maresciallo dell'Arma anch'egli indagato, n.d.r.) era la sua fonte». Quanto ai rapporti con le Ferrovie dello Stato, Bisignani è feroce: parla di «gente che va arrestata tutta in Trenitalia» a proposito degli acquisti di freni perché, sostiene, «l'incidente di Viareggio è dovuto ai freni».
A proposito di Lorenzo Necci, defunto ad delle Ferrovie, rivela: «Necci mi presentò Moretti dicendo: questa è la mia carta di credito con il Pci». Anche se il pm ricorda poi che «Moretti ha sconfessato questa circostanza». Lo scambio di informazioni sui processi con Papa implica la richiesta del deputato di diventare sottosegretario. Bisignani allora si rivolge a Verdini. Il quale gli spiega che anche altri gliene avevano parlato: «Bondi, Quagliariello forse» ricorda il lobbysta. Poi Papa chiede a Bisignani «di fare il sottosegretario». E l'uomo d'affari ne parla anche con Letta. Bisignani racconta anche di Lorenzo Borgogni, capo delle relazioni esterne di Finmeccanica. Anche in questo caso, come per la Tucci, ci sono indagini in corso. Il Gip allora gli chiede: ma Papa come sapeva di queste notizie che le raccontava? E Bisignani: «Sapevo che lui aveva rapporti importanti sia alla procura di Roma che qui a Napoli, nell'ambito della Guardia di Finanza». E cita Achille Toro, procuratore aggiunto nella capitale poi indagato nel processo G8.
Poi il lobbysta parla di Pippo Marra, direttore dell'Adn Kronos: «Per una vicenda completamente diversa, mi chiamò un giorno, mi disse: non parlare al telefono, non parlare al telefono. Stop. Dopodichè io ne parlai con l'onorevole Milanese, che dopo un po' mi disse che io avevo il telefono per via dell'inchiesta, che poi naturalmente è uscita sul Corriere della Sera».
Bisignani respinge nettamente ogni possibile addebito sull'inclusione nel sistema della cosiddetta «macchina del fango». Ieri i pm hanno depositato l'istanza al Tribunale del Riesame con la richiesta di concedere la misura cautelare anche per l'associazione per delinquere. Una pronuncia favorevole per i pm rafforzerebbe l'impianto accusatorio.
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