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Questo articolo è stato pubblicato il 27 giugno 2011 alle ore 16:10.

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L'Europa non può essere costretta col ricatto a supportare la Grecia ad ogni costo. Lo sostiene il membro del Consiglio esecutivo della Banca centrale europea Juergen Stark. «La solidarietà non deve essere fraintesa con l'idea che i partner europei e la comunità internazionale non hanno altra scelta che continuare il sostegno finanziario», ha detto Stark in un discorso a Berlino, secondo quanto riferisce l'agenzia Bloomberg.

«Nessuno può essere ricattato e nessuno dovrebbe poter essere ricattato». «Solo sulla base di un'affidabile strategia di consolidamento a medio termine e un ambizioso programma di privatizzazione la Grecia può sperare nel pagamento della prossima trance», ha detto Stark, che ha anche ribadito l'opposizione della Bce ad una ristrutturazione del debito greco, sottolineando che i suoi effetti sulla stabilità finanziaria in Europa «non sono prevedibili e potrebbero anche far sembrare banali le ripercussioni dell'insolvenza di Lehman».

Il caso Bini Smaghi
Su Lorenzo Bini Smaghi, il consigliere esecutivo della banca centrale europea che la Francia vuol sostituire con un suo rappresentante, dopo che Mario Draghi è stato nominato alla guida della Bce al posto di Jean-Claude Trichet, non ha dato segnali di volersi dimettere. Questo è il commento di Stark, membro tedesco che siede nel 'board' accanto a Bini Smaghi, secondo quanto scrive l'agenzia Reuters.

La ripresa europea
La ripresa europea resta autosostenuta, nonostante i problemi del debito dei paesi periferici - dice Stark, il quale definisce quella greca «un'emergenza nazionale» e invita tutti i partiti a votare per le misure di austerità.

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