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Questo articolo è stato pubblicato il 29 giugno 2011 alle ore 06:41.

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ROMA - È impasse sulla Comunitaria 2010 che ieri ha subito un rinvio dell'esame in aula alla Camera. La maggioranza, hanno spiegato alcuni deputati del Pdl, al momento non ha i numeri, spaccata sulla norma sulla responsabilità dei giudici, ma anche sulle trattative legate alla manovra. Che hanno avuto un riflesso sulle presenze dei deputati della maggioranza in aula. Un rinvio annunciato in aula dal presidente della commissione Politiche Ue, Mario Pescante (Pdl): «Non abbiamo trovato quell'intesa tecnica che sembra scontata». E il comitato dei nove, all'unanimità, ha chiesto il rinvio.

Un ritardo che ha un prezzo per gli italiani: 600mila euro al giorno. La denuncia arriva dal capogruppo del Pd in commissione per le Politiche comunitarie di Montecitorio, Sandro Gozi. «Il ritardo del governo nell'approvazione della Comunitaria – spiega Gozi – sta costando al Paese più di 20 milioni di euro. Ogni giorno di rinvio grava sulle tasche dei cittadini per 600mila euro», per il mancato rispetto dei tempi di recepimento.

Dure proteste per il rinvio dell'esame del testo sono giunte da Pd e Udc. «È chiaro che siamo davanti a un problema politico, non tecnico», ha puntualizzato Roberto Giachetti del Pd. L'Udc ha protestato per voce di Angelo Compagnon, che ha sottolineato come non sia corretto far «rimanere il Parlamento in stand by». Benedetto Della Vedova (Fli) ritiene «grottesco e scandaloso che siamo ancora a votare la legge comunitaria senza che il governo si sia preso la briga di nominare un ministro alle Politiche comunitarie».

Intanto è tutto fermo sul fronte delle spiagge: nel ddl Comunitaria non verrà introdotto nessun tetto temporale per la concessione delle spiagge, così come voleva fare la maggioranza per 20, 50 o 90 anni. La norma, infatti, ha spiegato il relatore del provvedimento, Gianluca Pini (Lega), è stata accantonata e diventerà oggetto, molto probabilmente, di una delega al governo. Pini ha sottolineato che l'intenzione «è quella di creare uno strumento più snello per dare slancio e dinamismo al settore». Una presa in giro per i concessionari degli stabilimenti balneari, ribatte Gozi, «che dopo la campagna elettorale vengono abbandonati a loro stessi».

La maggioranza sta anche valutando se stralciare alcune norme della Comunitaria 2010, rinviando le «questioni non urgenti», ha detto Pini, alla Comunitaria per il 2011. Una quindicina di articoli «se non riguardano infrazioni urgenti», ha detto Pini, potrebbero quindi slittare. Attualmente la Comunitaria è costituita da 41 articoli e l'idea della maggioranza, esplicitata da Pini, è di mantenere la mole del ddl 2010 «sui 45 articoli». Il sottosegretario alla Giustizia, Giacomo Caliendo, ha sottolineato che «il governo si è riservato di dare il parere su alcuni emendamenti presentati al ddl Comunitaria».

Dichiarato inammissibile, poi, un emendamento del Carroccio, firmato dal deputato e commercialista padovano, Massimo Bitonci, che puntava a imporre che i cittadini stranieri, per aprire una partita Iva, dovessero dimostrare di conoscere l'italiano e avere in tasca 10mila euro. Emendamento depennato dalla presidenza per non attinenza con il contenuto della Comunitaria.
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