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Questo articolo è stato pubblicato il 29 giugno 2011 alle ore 15:03.

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Sei mesi fa piazza Tahrir del Cairo è diventata il simbolo della rivoluzione egiziana che dopo 20 giorni di proteste ha portato, il 15 febbraio, alla fine del regime trentennale del presidente Hosni Mubarak: la piazza ha ottenuto la deposizione del rais, il potere è ora saldo in mano all'esercito, custode della laicità in Egitto, i malumori dei giovani della primavera araba non sono mai cessati. Oggi di nuovo quella piazza torna a contestare il governo del generale Tantawi. La tv araba Al Jazeera riferisce di 590 feriti negli scontri di stamattina fra dimostranti e forze di sicurezza che riporta testimoni e fonti mediche, mentre cinquemila dimostranti continuano a confrontarsi con la polizia, che tenta di riguadagnare il controllo della piazza.

Versioni opposte
La notizia è stata confermata anche dal vice ministro della Sanità, Adel Adawi, che ha reso noto il trasferimento di 75 feriti in diversi ospedali della capitale, mentre altri sono stati trattati sul posto dalle ambulanze accorse. Il ministero dell'Interno ha puntato il dito contro i familiari delle vittime uccise negli scontri dei mesi passati, accusandoli di aver tentato di fare irruzione nel teatro Balloon ad Agouza, dove si teneva una cerimonia di commemorazione. Diversa la versione degli attivisti, secondo i quali sarebbero state le forze di sicurezza a impedire loro di partecipare all'evento. Da lì, ha scritto un attivista sul suo blog, sarebbero scoppiati dei «tumulti fra i dimostranti e le guardie di sicurezza del teatro», con il successivo intervento della polizia che ha «cominciato a malmenare i familiari dei martiri». Centinaia di giovani hanno risposto lanciando pietre contro le forze di sicurezza e dirigendosi poi a piazza Tahrir.

Il calcio non si ferma
Pare comunque che i tifosi cairoti non rimarranno delusi: il derby fra le due squadre rivali della capitale egiziana, Ahly e Zamalek, si giocherà stasera come previsto, nonostante gli scontri che da ieri infiammano nuovamente la città. La decisione presa dall'Associazione calcistica
egiziana di rinviare la partita «a causa degli ultimi eventi a Piazza Tahrir» è stata infatti revocata dal ministero degli Interni, secondo quanto riferito dall'emittente Al Jazeera. Il primo derby nella storia del nuovo Egitto è un evento molto atteso, in primis dalle tifoserie rivali, protagoniste in gran
parte delle rivolte che a febbraio portarono alla caduta del presidente egiziano, Hosni Mubarak. In ballo c'è il campionato egiziano: Ahly sta cercando di guadagnare il settimo titolo, mentre per lo Zamalek sarebbe il
primo scudetto dal 2004. Nei precedenti 106 derby, Ahly ha vinto 37 volte contro le 25 dello Zamalek, mentre per 44 volte la partita è finita alla pari. Alla luce della situazione di tensione in città, le autorità hanno fatto sapere che ai tifosi sarà permesso portare allo stadio bandiere e tamburi ma non fuochi d'artificio, giornali, fiammiferi o bottiglie di acqua.

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