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Questo articolo è stato pubblicato il 30 giugno 2011 alle ore 16:27.

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Michele Santoro (Emblema)Michele Santoro (Emblema)

Si interrompe la trattativa tra Telecom Italia Media, editore de La7 e Michele Santoro. Una nota del gruppo parla di «inconciliabili posizioni riguardo alla gestione operativa dei rapporti fra autore ed editore». Il conduttore però ipotizza interventi esterni. L'accordo - fa sapere - era praticamente concluso, tanto da essere stato annunciato anche dallo stesso telegiornale dell'editore coinvolto. Editore - dice Santoro - «apprezzato dal mercato con una crescita record del titolo», crescita ora «vanificata senza nessuna apprezzabile motivazione editoriale». Ti Media a Piazza Affari oggi è arrivato a perdere fino al 4,68%.

Il giornalista precisa di non poter fornire le prove dell'esistenza di interventi esterni ma «parla da solo l'interesse industriale che avrebbe avuto La7 ad ospitare un programma come il nostro nella sua offerta». Secondo Santoro «siamo di fronte ad una nuova, eloquente ed inoppugnabile prova dell'esistenza nel nostro Paese di un colossale conflitto di interesse».

Prima della formalizzazione della rottura delle trattative, il direttore di Rai Due, Massimo Liofredi, in un'intervista aveva detto di sperare in un ritorno di Michele Santoro sulla sua rete (orfana anche di Simona Ventura). Pronto al accogliere «la sua provocazione dell'euro a puntata». Il conduttore nell'ultima puntata di Annozero si era detto infatti disponibile a lavorare per la prossima edizione del programma in Rai anche a un euro a puntata. Liofredi ha precisato che in consiglio se ne discuterá la prossima settimana. «Santoro - ha detto - è un valore aggiunto, spero decidano di reintegrarlo». La vicende delle ultime settimane non avrebbe fatto altro che accrescere la popolarità del conduttore. Lo ammette anche il direttore di Rai Due quando fa notare che l'altra sera «un semplice speciale di Annozero sulla pesca, in cui è apparso 10 minuti, ha fatto il 14% di share».

In un comunicato congiunto Enrico Mentana e Gad Lerner si domandano: «che bisogno c'era di decidere e annunciare con questa fretta lo stop alla trattativa con Santoro?» Sarebbe stato meglio, dicono i due giornalisti, condurre una trattativa «più sobriamente», per limitare «le interferenze esterne, comunque inaccettabili». E si augurano che sia possibile riprendere il fili del negoziato «nell'interesse di tutti, come suggeriscono le ragioni del libero mercato».


Intanto anche Lucia Annunziata lascia la Rai. Sarebbe stata l'intervista a Il Messaggero nella quale si è lamentata di aver ricevuto un pessimo trattamento dalla sua rete (Rai Tre) e l'ha accusata di «funzionare con piccole mafie, rapporti non chiari e privilegi attribuiti non secondo il merito», a far esplodere definitivamente il caso. Annunziata dalle pagine del quotidiano era andata dritta al bersaglio, dopo che nella brochure ufficiale della rete durante la presentazione dei palinsesti Rai il suo programma non era stato inserito.

E ora si è dimessa. In Rai non rifarà per la prossima stagione In 1/2 ora, in onda da sette anni sulla terza rete. Le sue sono «dimissioni definitive», come lei stessa ha precisato al direttore generale, Lorenza Lei, che le ha chiesto se si potevano trovare altre strade.
Annunziata lascia in aspra polemica con il direttore di Rai Tre, Paolo Ruffini, il quale - ha spiegato l'ex presidente Rai - «lunedì 27 ha comunicato in comitato editoriale-aziendale di ritenere impossibile continuare a lavorare con me dopo la mia intervista al Messaggero ed ha chiesto alla Rai la possibilità di trasferirmi su altre reti».

Già nella serata di presentazione dei palinsesti c'era stato uno scontro tra i due per l'assenza del programma di Annunziata dalla cartellina dei palinsesti autunnali, che però il direttore aveva giustificato come un errore di stampa. La giornalista aveva lasciato la serata.
Per ora non è previsto un nuovo contratto con altre reti Rai.

Dopo Santoro, Fazio e Saviano (con Vieni via con me), quello di Annunziata è un altro addio di peso per i talk show di informazione Rai. Per Matteo Orfini, responsabile Cultura e informazione della segreteria Pd, «ogni giorno la Rai precipita sempre più nel caos. Siamo di fronte a un'azienda che non sa trattenere e valorizzare i propri fuoriclasse».
Giorgio Merlo, deputato del Pd e vicepresidente della Commissione di Vigilanza Rai confida «nella capacità di persuasione del direttore generale Lei affinchè Lucia Annunziata continui a svolgere la sua attività giornalistica in Rai». E si dice convinto che non sia sufficiente «una intervista su un quotidiano per interrompere una collaborazione lunga e proficua».

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