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Questo articolo è stato pubblicato il 03 luglio 2011 alle ore 14:32.

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Caso Papa: cercasi linea nel Pdl. La Lega sembra volersi smarcare e ogni giorno spunta un berlusconiano che lascia intendere di essere favorevole alla richiesta di arresto di Alfonso Papa, ex magistrato, ex capo di gabinetto del ministero della Giustizia e ora parlamentare del Pdl, indagato dalla Procura di Napoli per favoreggiamento, concussione, rivelazione del segreto d'ufficio. Ieri è stata la volta di Santo Versace: «Ovviamente - ha detto - sposo al 100% l'idea di Alfano del partito degli onesti e proprio per questo voterò per l'arresto di Papa». Come lui, molti hanno letto nelle parole dell'acclamato neosegretario del Pdl («Voglio un partito di onesti») un'indicazione su Papa.

«È ora di mandare un segnale al nostro elettorato», spiegano, tanto più se Umberto Bossi confermerà il sì al carcere. Altri, però, temono che «scaricare» Papa sia «rischioso» e comunque «sbagliato» per un partito «garantista». Quindi avvertono: «Se Papa viene sacrificato perché cambia la linea, allora vale per tutti. Non è che alla prossima occasione ci riscopriamo garantisti». Come dire che, con l'eccezione di Silvio Berlusconi (di cui nessuno dubita che sia «perseguitato dalla magistratura»), non si potrà più contare sull'ombrello dell'immunità.

Una bella grana, insomma, da decidere al più presto visto che il presidente della Camera Gianfranco Fini ha ricordato che la Giunta per le autorizzazioni a procedere deve pronunciarsi entro il 15 luglio e che, quindi, in aula si voterà prima della pausa estiva. Per i berlusconiani, interessati a prendere tempo e a far raffreddare il clima nella speranza di uscire dall'impasse, quella di Fini è una «forzatura», che farebbe il paio con l'altra decisione del presidente della Camera (presa sempre nella Capigruppo della scorsa settimana) di non calendarizzare a luglio la riforma «epocale» della giustizia ma di aspettare l'autunno in attesa che la commissione ne concluda l'esame.

Per la verità, dopo la Capigruppo nessuno, nel Pdl, aveva gridato allo scandalo per queste due decisioni, ma a distanza di due giorni ecco che circola la voce di una possibile iniziativa (una lettera) contro il presidente della Camera. Un modo indiretto per riaffermare che la riforma della giustizia resta una priorità (Silvio Berlusconi continua a ripeterlo) e non è stata "scaricata".

Ma l'urgenza, adesso, è il caso-Papa. La Giunta è convocata per mercoledì e potrebbe votare già in settimana. Papa - che nelle due precedenti sedute non ha raccolto l'invito ad intervenire personalmente - ha fatto sapere che ci sarà e presenterà una memoria. Probabilmente ne anticiperà i contenuti nella riunione del suo gruppo convocata per martedì a Montecitorio, ufficialmente sul testamento biologico, ufficiosamente sul suo caso. «La Russa ha ricordato che in questi casi non vengono date indicazioni di partito, e farlo stavolta sarebbe un autogol», sostiene Luigi Vitali, perché poi «il centrosinistra si sentirebbe obbligato a votare sì all'arresto anche se qualcuno, singolarmente, sarebbe per il no». Vitali ammette che ad oggi è difficile prevedere quale sarà la linea del Pdl: «In giunta c'è molta incertezza e in aula la situazione è meno controllabile».

Ancora non si sa, poi, se il voto sarà palese o segreto. Se il Pdl sceglierà di non dare indicazioni, Papa potrebbe essere avvantaggiato più dal segreto dell'urna (anche per la speranza di qualche franco tiratore) che non dallo scrutinio palese. Ma l'opzione A, per la maggioranza, resta «prendere tempo», rinviare. Perciò si stanno già affilando le armi contro Fini per evitare che applichi alla lettera il regolamento e faccia votare l'aula prima della pausa estiva.

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