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Questo articolo è stato pubblicato il 04 luglio 2011 alle ore 16:46.

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La manovra getta un'ombra sulla crescita (Wsj). Nella foto il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi (a destra) e il ministro dell' economia Giulio Tremonti durante la conferenza stampa a Palazzo Chigi al termine del Consiglio dei Ministri sulla manovra economica (Agf)La manovra getta un'ombra sulla crescita (Wsj). Nella foto il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi (a destra) e il ministro dell' economia Giulio Tremonti durante la conferenza stampa a Palazzo Chigi al termine del Consiglio dei Ministri sulla manovra economica (Agf)

Guai in vista per l’Italia: l’economia del Belpaese cresce a stento e con la manovra rischia lo stallo. Ad attirare l’attenzione sul nodo della crescita in Italia, con un richiamo sulla homepage del suo sito web, è il Wall Street Journal: indicatori economici fondamentali su disoccupazione e settore manifatturiero segnalano problemi e il pacchetto da 47 miliardi di euro annunciato dal governo per riportare il bilancio in pareggio “getta un’ombra sulle prospettive di crescita”.

La disoccupazione è salita in maggio all’8,1%, invertendo la tendenza al calo, e il “Purchasing manager index” manifatturiero di Markit ha registrato una contrazione, scendendo in giugno a 49,9 (rispetto a 52,8 di maggio), livello che “riflette la debolezza della domanda interna”.
Questi ultimi dati – sottolinea il Wsj - mettono in dubbio anche l’obiettivo di crescita dell’1,1% fissato per quest’anno. Tanto più che nel primo trimestre, il Pil italiano è cresciuto appena dello 0,1%, un ritmo “ben lontano” dalle previsioni del governo. E con una spesa pubblica che ammonta a circa metà dell’attività economica, “i tagli di bilancio rappresentano un minore prodotto interno lordo e non solo potenziali incrementi di efficienza”.

“E’ come un cane che si morde la coda”: il Wall Street Journal dà eco alla battuta dell’economista e senatore Fli Mario Baldassarri: il piano “mette un freno alla crescita, il che a sua volta significa altri buchi di bilancio e più deficit”.
Mentre il mercato dei titoli di Stato ha reagito bene al pacchetto d’austerità, Standard & Poor’s ha reiterato l’outlook negativo sul debito sovrano dell’Italia.

Il quotidiano interpella vari esperti: “Le deboli prospettive di crescita si traducono in rischi sostanziali per gli sforzi di ridurre il debito pubblico, attualmente quasi al 120% del Pil”, spiega l’analista Eileen Zhanh.
La previsione del governo di una crescita dell’1,5% e oltre nel 2013 e 2014 “solleverà qualche perplessità”, dice Marcel Alexandrovich, economista alla Jefferies International.
“Ci aspettiamo che la debolezza dell’economia italiana diventi sempre più un problema andando avanti”, afferma Ken Wattret, capo economista per l’eurozona a Bnp Paribas. “Il fatto che le esportazioni in termini reali siano ancora circa del 13% al di sotto dei picchi pre-crisi… è l’esempio più eclatante dei problemi dell’Italia”.
“La questione più pressante per l’Italia in questo momento, più dei bisticci politici sul pacchetto d’austerità, potrebbe essere la capacità del Paese di evitare uno scenario “double-dip” nella seconda metà dell’anno”, ovvero di evitare di ripiombare nella recessione, dice Gilles Moec della Deutsche Bank.
Il rallentamento della crescita – sottolinea il Wsj - rende più difficile tradurre i tagli di bilancio in oneri del debito più bassi. E mezzo punto di crescita in meno per quattro anni, significa avere un debito pubblico di dieci punti più alto rispetto al Pil rispetto al previsto.
Ma anche se il fattore sacrifici non produce dividendi sul fronte della crescita – osserva Marco Fortis, economista alla Fondazione Edison -“dovrebbe rassicurare i mercati” sul fatto che l’Italia onorerà i suoi debiti.

Alla manovra italiana dedica un reportage El Pais. “L’Italia si mette a dieta”, titola il quotidiano spagnolo, notando che l’elevato debito accende i dubbi dei mercati e costringe a nuovi aggiustamenti della spesa.
Il reportage sottolinea che negli ultimi dieci anni l’Italia è riuscita a convivere con elevati livelli di debito pubblico tenendo in riga il deficit di bilancio, mantenuto intorno al 3,5% grazie a “profonde riforme del sistema pensionistico”. Ma il crollo finanziario internazionale e la crisi del debito sovrano in varie economie europee hanno ridotto il margine di controllo dell’Italia sul suo debito. L’anno scorso lo squilibrio era del 4,6% del Pil (più basso rispetto al 5,4% del 2009).

Il nuovo “controverso” piano di tagli lascia “Tutti infastiditi, eccetto il Governo”, scrive El Pais in un altro articolo sulle polemiche politiche scatenate dalla manovra. Il cronista cita tra l’altro la frase di Groucho Marx ricordata dal sito Lavoce.info: “Perché dovrei preoccuparmi io per i miei successori? Cosa hanno fatto i miei successori per me?”.

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