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Questo articolo è stato pubblicato il 05 luglio 2011 alle ore 17:40.

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Non solo risposte mancate, o rinviate, per le scadenze fissate da Pontida. Nella bozza della manovra è spuntato anche l'inserimento a sorpresa della norma salva-Fininvest, (ora ritirata dal Governo) che avrebbe consentito al gruppo di Berlusconi di non pagare 750 milioni di euro che potrebbe dovere alla Cir di De Benedetti se la sentenza sul lodo Mondadori dovesse essere confermata nei prossimi giorni. I ministri del Carroccio si erano detti stupiti: nel testo ricevuto giovedì scorso non ne avevano trovato traccia. Nel partito c'era un «profondo malumore».
Bocconi troppo amari per essere digeriti tutti insieme dalla Lega. E poi, sempre in manovra, c'è la questione relativa al Patto di stabilità interno dei Comuni. Pure su questo il Carroccio è scontento, le giudica «misure insufficienti».

Come se non bastasse restano sul piatto tutte le faccende politiche, esplose con il risultato elettorale delle amministrative che, anche per la Lega (oltre che per il Pdl), si è fermato ben al di sotto delle aspettative. Dopo la decisione del Popolo della libertà di avviare una fase di rinnovamento interno a partire dalla scelta di un'unica guida per il partito, quella di Agelino Alfano, ora i riflettori sono puntati sul Carroccio. Cosa farà Umberto Bossi? Continuerà a mantere nelle sue mani (e in quelle del cosiddetto cerchio magico) le redini del movimento o rinuncerà a qualcosa?

Alcune scelte importanti sono già state annunciate. A partire dalla sostituzione - tra un mese - di Marco Reguzzoni come capogruppo alla Camera con Giacomo Stucchi. Solo qualche settimana fa pareva impensabile, nonostante il braccio di ferro con i maroniani. Ma sul tavolo c'è anche la segreteria regionale della Lombardia, con il leader uscente, Giancarlo Giorgetti, insidiato proprio da Reguzzoni. I due hanno già bisticciato sulla legge comunitaria. Il presidente della commissione bilancio (Giorgetti, ndr) e il capogruppo a Montecitorio hanno tenuto posizioni diverse su un emendamento dell'Idv che imponeva il pagamento entro trenta giorni per i creditori della pubblica amministrazione. Una spesa imprevista ed enorme per lo Stato, se fosse passata, secondo Giorgetti, che si è espresso in modo contrario. Reguzzoni invece si era mostrato d'accordo con la proposta.

Prove di forza in vista della partita più impegnativa. I giochi si faranno in autunno. E a settembre, come da scadenze statutarie, si terranno i congressi del partito a Varese, Brescia e Valcamonica. Quasi in contemporanea con le assise del Pdl, che pure si svolgeranno a partire dall'autunno per rinnovare gli organismi territoriali.

Rifiuti, missioni internazionali (Libia in testa), riduzione del numero dei parlamentari e nascita del senato federale, pensioni, patto di stabilità per i Comuni, e ora anche la norma salva Fininvest. Le ragioni di confronto con il Pdl sembrano crescere invece che stemperarsi.

«Ma Silvio ci è o ci fa?» si domanda su Facebook Matteo Salvini, capogruppo della Lega Nord in Consiglio comunale a Milano e eurodeputato. Poi, tifoso milanista, aggiunge: «Forse se lascia perdere e si dedica al Milan l'è mej». Un sostenitore lumbard traccia fosche prospettive: «Ormai con Silvio la Lega è destinata a tornare un partitino del 2%. Vedrete». L'eurodeputato risponde: «Un conto è criticare il Berlusca che ha rotto, altro è continuare a lottare con la Lega che era e rimane l'unica speranza».

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