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Questo articolo è stato pubblicato il 06 luglio 2011 alle ore 14:40.

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Il Consiglio supremo di Difesa ritiene "opportuno" valutare l'opportunità di redifinire il numero dei nostri militari impegnati in missioni internazionali, ovviamente in accordo con le istituzioni internazionali. È scritto nella nota diffusa al termine del Consiglio supremo di Difesa, presieduto dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano e a cui hanno preso parte il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e alcuniministri, tra cui il titolare della Difesa, Ignazio La Russa, e quello dell'Economia, Giulio Tremonti. Il Consiglio supremo di difesa è un organo di rilievo costituzionale, presieduto dal Presidente della Repubblica esamina i problemi generali politici e tecnici attinenti alla difesa nazionale e determina i criteri e fissa le direttive per l'organizzazione e il coordinamento delle attività che comunque la riguardano.

Missione in Libia continua fino alla fine del conflitto
L'Italia partecipa, però, alla missione in Libia fino alla fine del conflitto. «Con riferimento alla crisi libica, che riveste particolare interesse per l'Italia - si legge nel comunicato - è stato effettuato un punto di situazione sull'andamento delle operazioni in corso e sulle loro prospettive. Al riguardo, è stata sottolineata l'opportunità di valutare, insieme agli alleati, le possibili azioni da intraprendere nella situazione post-conflittuale che tende a delinearsi a conclusione della missione in corso su mandato dell'Onu».

Procedere a una ridefinizione dei contingenti
Il Consiglio ha fatto il punto sulla situazione internazionale, con particolare riferimento alle crisi in atto nei Paesi del Nord-Africa, in Medio Oriente e in Afghanistan e ai loro prevedibili sviluppi. In tale quadro - viene detto - sono stati esaminati gli impegni operativi delle Forze Armate italiane nei diversi teatri e la possibilità di una loro ulteriore qualificazione che consenta al nostro Paese di mantenere, anche a fronte di una ridotta disponibilità di risorse finanziarie, il ruolo cruciale che esso attualmente svolge a sostegno della sicurezza e della stabilità internazionale, in risposta a minacce, rischi e responsabilità cui l'Italia non può sottrarsi, ma che deve concorrere ad affrontare anche a tutela dei propri interessi strategici. Il Consiglio ha ricolto «il proprio apprezzamento e partecipe omaggio ai militari e civili italiani impegnati con convinzione e spirito di sacrificio nelle missioni internazionali - ha convenuto sull'opportunità di procedere, di concerto con le Istituzioni internazionali e tenuto conto degli sviluppi sul terreno, ad ogni possibile ridefinizione dei nostri contingenti. La ricerca di soluzioni concordate sarà ponderata e tempestiva».

Esaminati i costi sostenibili
Il Consiglio, si legge ancora nella nota, ha «esaminato lo stato della cooperazione internazionale in materia di sicurezza e difesa, verificando le opzioni percorribili per realizzare concretamente, in seno alle Organizzazioni internazionali e innanzitutto in seno all'Unione Europea, le economie di scala e strutturali necessarie per far fronte efficacemente e a costi sostenibili alle crescenti esigenze di governance globale».

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