Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 06 luglio 2011 alle ore 19:06.

My24

Regioni ed enti locali bocciano la manovra finanziaria e chiedono un «incontro urgente» al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, per arrivare a una «radicale modifica».
L'Anci ha annunciato che da ora in poi diserterà tutti gli incontri politici in programma, in particolare per l'attuazione del federalismo fiscale, fino a quando non sarà convocata la conferenza unificata, alla presenza del ministro Giulio Tremonti. E, in assenza di risposte valide, non esclude di ricorrere alla Corte Costituzionale.

I Comuni non fanno sconti al Governo e sono pronti a tutto contro una manovra che, fa sapere il presidente dell' Anci, Osvaldo Napoli, considerano «iniqua», perché «mette una pietra tombale sul federalismo». Sulla stessa linea Province e Regioni.

Il metodo utilizzato per l'applicazione della manovra agli enti locali proprio non è piaciuto, lo ritengono «lesivo delle regole ordinarie e consolidate di reciproca e leale collaborazione». Regole, sottolinea l'Anci, che «imporrebbero di condividere in via preventiva i contenuti di provvedimenti così rilevanti che impattano sulla vita degli altri livelli di Governo». Ancora sono indigesti i «pesanti» tagli già subiti negli anni passati, ma resta l'intenzione di partecipare al processo di rinnovamento del Paese: «In una fase in cui si parla di federalismo, però un taglio del 35% al Fondo di equilibrio è l'antitesi del federalismo».

I Comuni considerano la manovra «in contrasto con i principi costituzionali e di autonomia finanziaria e di gestione». Riduce le entrate assegnate, evidenzia l'Anci, «di ben 3 miliardi di euro, pertanto nel 2010 le risorse da più di 11 miliardi di euro passano a 7 miliardi di euro».

Non funziona nemmeno la revisione del patto di stabilità interno. Che «viene regionalizzato in modo da costruire un obiettivo unico regionale, individuando nelle Regioni il soggetto che opera il coordinamento degli spazi finanziari sul territorio, ma mantenendo le sanzioni a carico dei Comuni». Sbagliate «totalmente» pure le norme sui Comuni virtuosi perchè «producono risultati opposti a quelli sperati e perchè pongono a carico del comparto dei Comuni gli eventuali benefici che deriveranno per alcuni di essi».

A rischio, sarebbe anche la «continuità e qualità» dei servizi essenziali, perché la manovra, «prevedendo nel computo della spesa per il personale anche quella delle società ai fini del calcolo della soglia del 40%, determinerà il blocco certo dell'accesso al turn over per il 90% dei Comuni». Nel testo della manovra risulta essere saltata la norma cosiddetta 'salva cassa' dei Comuni e questo «mette seriamente a rischio il pagamento degli stipendi dei dipendenti ed il rispetto dei contratti».

Pieno appoggio all' Anci da parte del sindaco di Roma, Gianni Alemanno. Il quale si augura che il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, risponda alla presidenza dell'Anci «convocando al più presto un incontro per individuare i necessari emendamenti alla manovra in corso di approvazione».

Dello stesso parere anche Province e Regioni. Che domani nel corso della Conferenza unificata illustreranno al Governo il loro punto di vista sulle ricadute che la manovra avrà sui servizi, in particolare su sanità, assistenza sociale, trasporto pubblico locale.

Regioni, Province e Comuni domanderanno al presidente del Consiglio un incontro «per chiedere al Governo di assumersi responsabilità sul futuro dei servizi, dell'assistenza sociale, del trasporto pubblico locale, delle imprese e molto altro», ha annunciato Vasco Errani, presidente della conferenza delle Regioni.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi