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Questo articolo è stato pubblicato il 07 luglio 2011 alle ore 11:15.

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Il Cdm approva il decreto sulle missioni all'estero: rifinanziamento da 700 milioni di euroIl Cdm approva il decreto sulle missioni all'estero: rifinanziamento da 700 milioni di euro

Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge per il rifinanziamento delle missioni all'estero. «All'unanimità», ha annunciato il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, nel corso della conferenza stampa a Palazzo Chigi, con il ministro Roberto Calderoli. La Russa ha annunciato una riduzione complessiva della spesa di circa il 15 per cento. Aumentano solo i costi per l'Afghanistan dove sono previsti 15 milioni in più per garantire «maggiore sicurezza» ai nostri soldati. «In Afghanistan - ha detto La Russa - dobbiamo valutare nel 2012 una modifica dell'impegno, non intesa come ritirata, ma proprio per il successo che ha avuto la nostra missione». Poi La Russa ha ribadito che non sono diminuite «neanche di una virgola le risorse destinate alla sicurezza dei militari».

Napolitano: la riduzione delle forze per ora è un'ipotesi
La riduzione dei contingenti taliani nelle missioni all'estero é «un'ipotesi» perché diventi una decisione si deve «procedere di concerto» con gli
organismi internazionali. Il no a «decisioni unilaterali» arriva dal Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, che interviene così nel dibattito sulle missioniitaliane all'estero..

Maroni ha ottenuto i fondi per l'emergenza profughi
Fonti ministeriali sottolineano che il ministro dell'Interno, Roberto Maroni , ha firmato il decreto per il rifinanziamento delle missioni militari solo dopo aver ottenuto l'ok in Consiglio dei ministri a una ordinanza che assegna 440 milioni di euro alla Protezione civile che sta gestendo l'emergenza profughi. In più, sempre secondo quanto si apprende, Maroni ha avuto il via libera al prolungamento del pattugliamento delle navi della Marina Militare davanti alle coste tunisine fino al 31 dicembre.

Mantenuti tutti gli impegni internazionali
L'obiettivo del governo é stato quello di «cercare di limitare le risorse a quelle strettamente necessarie». La Russa ha anche assicurato che saranno mantenuti tutti gli impegni internazionali in corso, pur «riducendo dove possibile, in molti casi forzando, il numero dei militari e gli assetti». Il costo del secondo semestre per le missioni italiane all'estero scende da 811 a 694 milioni. La spesa per la Libia scenderà da 142 milioni (per tre mesi) a meno di 60 milioni. In Libano il risparmio sarà di dieci milioni, perchè 600 soldati italiani saranno sostituiti dai ghanesi. Verrà chiuso l'apporto italiano alla missione in Congo. Il ministro della Semplificazione normativa, Roberto Calderoli, ha reso noto che complessivamente i soldati italiani all'estero scenderanno di 2.078 unità entro il 2011, di cui mille entro il 30 settembre.

Calderoli: in Libia non avrei fatto neanche i primi tre mesi
«Io non avrei fatto neanche i primi tre mesi» di guerra in Libia perchè «prima penso ai nostri pensionati, alle famiglie e alle aziende; poi alle missioni», ha detto il ministro Calderoli, che ha «apprezzato che dei 2.078 uomini che torneranno a casa 100 provengono dalla missione libica, che ci sarà un ridimensionamento di un terzo dei costi di quella missione, che in un decreto che rifinanzia le missioni semestralmente, per la Libia il rifinanziamento sia fino a settembre 2011, quindi è stato recepito il nostro sollecito». Per la Libia «abbiamo studiato un meccanismo che non rende necessaria la presenza della nave Garibaldi con i suoi tre aerei nella zona - ha spiegato il ministro La Russa - Ciò comporta la riduzione di quasi mille uomini di equipaggio. L'impegno resta identico perchè i tre aerei saranno sostituiti dagli aerei nelle basi con impiego di attività più flessibili, cioè anche missioni». Ritirata anche un'altra nave, «in attività antiterrorismo che era lì dal 2001».

Lunga riunione per trovare l'intesa
Prima della riunione del Cdm si era trovata l'intesa in un vertice di maggioranza, dopo che ieri la Lega aveva chiesto un approfondimento del confronto prima di portare il decreto all'esame del Consiglio. Intesa che ha richiesto un lungo incontro a Palazzo Chigi tra il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, con i ministri La Russa, Calderoli, Frattini, Maroni, Tremonti e il sottosegretario Letta. (N.Co.)

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