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Questo articolo è stato pubblicato il 07 luglio 2011 alle ore 19:40.

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Tra il responsabile dell'Economia, Giulio Tremonti, e il deputato del Pdl, Marco Mario Milanese, già consigliere del ministro, c'è «uno stretto e attuale rapporto fiduciario che prescinde dal ruolo istituzionale rivestito da Milanese» al ministero fino al 28 giugno scorso. Queste sono considerazioni sono contenute nelle motivazioni espresse dai pm per la richiesta di arresto in carcere trasmessa oggi alla Camera nei confronti del deputato del Pdl accusato di corruzione, rivelazione del segreto d'ufficio e associazione a delinquere. A riprova dello «stretto rapporto fiduciario» viene citata l'abitazione romana del ministro che risulta affittata dallo stesso Milanese.

Dall'ordinanza emerge inoltre che il ministro dell'Economia è stato sentito «come persona informata sui fatti» il 17 giugno scorso. I magistrati di Napoli spiegano che «le dimissioni presentate il 28 giugno del 2011 da Milanese» dall'incarico di consigliere politico di Tremonti non fanno «venir meno il pericolo, tuttora concreto e attuale, di inquinamento probatorio» perché, «nonostante la cessazione dell'incarico, permane una situazione di oggettiva vicinanza tra l'odierno indagato e il Ministro Tremonti» al quale Milanese «è legato da un rapporto di stretta fiducia che prescinde dall'incarico formale rivestito dal parlamentare e sopravvive alle dimissioni rassegnate».

Secondo i pm, «emblematica dell'attualità del rapporto fiduciario tra i due» è la vicenda dell'immobile di via Campo Marzio a Roma di proprietà del Pio sodalizio dei Piceni. Questo immobile, si legge nell'ordinanza, «è stato concesso in locazione a Milanese per un canone mensile di 8.500 euro ma viene di fatto utilizzato dal ministro Tremonti».

I pm segnalano infine le dichiarazioni rese «come persona informata sui fatti» dal ministro Tremonti che, sentito il 17 giugno, ha spiegato «l'esistenza di cordate all'interno della Gdf costituitesi in vista della prossima nomina del comandante generale, precisando come alcuni rappresentanti di quel corpo siano in stretto contatto con il presidente del Consiglio», Silvio Berlusconi. Il ministro dell'Economia ha riferito anche che Milanese è «tuttora in stretto contatto con quei vertici, avendo appreso dagli stessi quanto riferito poi al ministro e oggetto del colloquio tra lo stesso e il presidente del Consiglio».

Nell'ordinanza a carico di Milanese - riporta l'Ansa - c'è inoltre un riferimento a un'intercettazione telefonica, nell'ambito dell'indagine P4, tra il premier Silvio Berlusconi e il capo di stato maggiore della Guardia di Finanza, generale Michele Adinolfi. Quest'ultimo è indagato nell'inchiesta P4 per rivelazione di segreto e favoreggiamento. Tremonti - secondo quanto apprende l'Ansa - sarebbe stato ascoltato a metà dello scorso giugno dai pm Francesco Curcio e Henry John Woodcock, pochi giorni dopo la registrazione del colloquio telefonico tra Berlusconi e il generale Adinolfi (il telefono di quest'ultimo era infatti sotto controllo). Al ministro dell'Economia sarebbe stata fatta ascoltare la telefonata registrata (il contenuto è al momento sconosciuto) e Tremonti avrebbe ampiamente risposto alle domande dei pm. L'interrogatorio di Tremonti è stato depositato alcune settimane fa tra gli atti posti a fondamento di alcune richieste formulate al gip dai pm napoletani. Dalla lettura integrale dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere per il deputato Milanese, pubblicata in serata tra gli atti della Camera, emerge il riferimento esplicito da parte del gip all'interrogatorio del ministro Tremonti, «il quale - è scritto - sentito il 17 giugno 2011, ha riferito in merito all'esistenza di "cordate"» all'interno della Guardia di Finanza, «costituitesi in vista della prossima nomina del Comandante Generale».

Nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere trasmessa alla Camera per l'autorizzazione a eseguire la misura cautelare il gip di napoli scrive che «può tranquillamente affermarsi» che il deputato del Pdl Marco Milanese, «nella sua qualità di consigliere politico del ministro dell'Economia, abbia promesso prima, ed assicurato poi, l'attribuzione di nomine ed incarichi» in diverse società controllate dal ministero, ricevendo come corrispettivo somme di denaro e altre utilità».

In tarda serata la nota-risposta di Tremonti
«La mia unica abitazione è a Pavia. Non ho mai avuto casa a Roma. Per le tre sere a settimana che normalmente - da più di quindici anni - trascorro a Roma, ho sempre avuto soluzioni temporanee, prevalentemente in albergo e come ministro in caserma. Poi ho accettato l'offerta fattami dall'on. Milanese, per l'utilizzo temporaneo di parte dell'immobile nella sua piena disponibilità e utilizzo», ha affermato in una dichiarazione il ministro dell'Economia GiulioTremonti. «Apprese oggi le notizie giudiziarie relative all'immobile - ha aggiunto il ministro - già da stasera per ovvi motivi di opportunità cambierò sistemazione».

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