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Questo articolo è stato pubblicato il 08 luglio 2011 alle ore 08:31.

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Berlusconi: Alfano candidato premier nel 2013. Al Quirinale? Letta. Tremonti? «E' l'unico che non fa gioco di squadra»Berlusconi: Alfano candidato premier nel 2013. Al Quirinale? Letta. Tremonti? «E' l'unico che non fa gioco di squadra»

Ieri quella battuta consegnata ai cronisti alla presentazione del libro di Domenico Scilipoti. «Tremonti sapeva della norma pro-Fininvest e la considerava sacrosanta». Poi oggi un nuovo affondo contro il superministro nell'intervista rilasciata a Repubblica. «Pensa di essere un genio e che gli altri siano dei cretini. Ma è l'unico che non fa gioco di squadra». Quanto basta insomma per ricreare una distanza siderale tra Silvio Berlusconi e il titolare dell'Economia. E in serata il leader della Lega, Umberto Bossi, sbotta. «Litigano tutti, adesso Berlusconi se la prende anche con Tremonti, meno male che ci siamo noi che teniamo la barra dritta, in un momento così difficile, se no finiremmo come la Grecia». Poi la difesa a spada tratta del ministro. «Berlusconi ha fatto discussione con Tremonti e non va bene. Io sono amico del ministro dell'Economia, che è una brava persona: Tremonti ascolta i mercati e meno male che c'è qualcuno che lo fa, altrimenti i mercati ci fanno fallire».

L'incontro con Tremonti: via libera alla manovra prima dell'estate
Berlusconi di nuovo all'attacco di Tremonti, dunque. Ma, dopo le dichiarazioni di fuoco del mattino, il Cavaliere è costretto a correre ai ripari e convoca il ministro a Palazzo Chigi con tanto di comunicato stampa finale con cui prova a chiudere l'ennesimo incidente diplomatico tra il premier e via XX Settembre. A leggere la stringata nota il clima sembrerebbe di perfetta sintonia, ma tra i due resta una gelida distanza. «Ho invitato oggi a Palazzo Chigi il ministro Tremonti per una colazione di lavoro in cui definiremo l'agenda degli impegni che insieme affronteremo nei prossimi giorni». Quindi l'impegno a «raggiungere il pareggio di bilancio per il 2014 in linea con gli impegni assunti a livello europeo» e, a questo fine «il decreto legge sulla manovra sarà approvato prima dell'estate». Proprio dalla manovra spunta intanto un tesoretto da 5,8 miliardi, da utlizzare nel 2012, anche per un eventuale taglio delle tasse.

L'investitura di Alfano: sarà candidato premier nel 2013
Insomma, si va avanti insieme ma il cielo sopra il governo è sempre più grigio e, a complicare il quadro, ci sono i nuovi sviluppi dell'inchiesta che vede indagato Marco Milanese, l'ex braccio destro di Tremonti. Poi certo l'intervista rilasciata dal premier a Repubblica ha fatto il resto. E poco serve la parziale retromarcia innestata da Berlusconi («era solo un'amichevole conversazione») perché quell'accenno ad Alfano e alla volontà di candidarlo come premier nel 2013 scatena una rivolta dentro il partito. «Farò la campagna elettorale e il padre nobile». Perché «arrivano le nuove generazioni. Io e Bossi prima o poi dobbiamo essere sostituiti», aveva detto il Cavaliere. Proprio Bossi in serata sbotta. «Litigano tutti, adesso Berlusconi se la prende anche con Tremonti, meno male che ci siamo noi che teniamo la barra dritta, in un momento così difficile, se no finiremmo come la Grecia».

La rivolta nel Pdl: Formigoni e Alemanno vogliono le primarie
Tanto è bastato però, per suscitare la reazione stizzita di Roberto Formigoni. «Alfano sarebbe una ottima soluzione come candidato premier per il 2013 ma sarà il nostro popolo a sceglierlo. Non c'è spazio per una nomina dall'alto». Lo stesso refrain ripetuto poco dopo da Gianni Alemanno, sindaco di Roma. «Alfano è un ottimo candidato ma servono le primarie». Dentro il Pdl il clima resta quindi teso. Anche se il premier sembra non curarsene e definisce «solidissima» l'alleanza con la Lega per ripetere subito dopo il consueto attacco alla magistratura e «al partito dei giudici che si sta preparando all'appuntamento elettorale del 2013». (Ce. Do.)

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