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Questo articolo è stato pubblicato il 08 luglio 2011 alle ore 17:54.
Referendum contro referendum, o nella migliore delle ipotesi, referendum che integra referendum. Per modificare la legge elettorale in vigore, il cosiddetto 'Porcellum', i democratici si stanno dando parecchio da fare. E ora pensano alla consultazione diretta dei cittadini. In ballo sul tema i referendum sono due. Uno identificato come proposta Passigli (Stefano, politologo e ex senatore Ds ndr), promotore del comitato che lo sostiene a cui hanno aderito personalità della cultura (Claudio Abbado, Giovanni Sartori, Enzo Cheli, Umberto Ambrosoli, Andrea Romano, Domenico Fisichella) mira all'abolizione del premio di maggioranza e delle liste bloccate. L'altro, sostenuto dai bipolaristi del Pd (Bindi, Parisi, Castagnetti, Veltroni, Gentiloni, Fioroni, Gozi), che non figurano nel comitato promotore del quale fanno parte costituzionalisti e intellettuali, vuole il ripristino del Mattarellum. È il sistema elettorale maggioritario ad un turno, con recupero proporzionale del 25%, che fu in vigore tra il 1994 e il 2006.
Una cosa certa in comune: la volontà di superare la legge Calderoli. E una buona dose di coraggio, dopo che solo due anni fa la consultazione popolare abrogativa per la modifica delle norme elettorali (il referendum Segni-Guzzetta) registrò un'affluenza appena sopra il 23 per cento. Ma ora il clima è cambiato e, dopo il voto di giugno, il quorum non è più un miraggio.
Il referendum Passigli porterebbe a una Camera dei deputati eletta con il metodo proporzionale, con uno sbarramento al 4 per cento, senza premio di maggioranza. I parlamentari non sarebbero più nominati dai segretari di partito, come avviene attualmente con le liste bloccate, ma scelti tra i candidati attraverso la preferenza unica.
Il referendum sostenuto dai bipolaristi del Pd prevede due quesiti abrogativi della legge Calderoli. Riportando così in vita la normativa precedente: la legge Mattarella. Su questo punto, però non tutti concordano. La Corte costituzionale, in una sentenza degli anni Novanta, ha detto che un quesito puramente abrogativo sulla legge elettorale non è ammissibile perché lascia un vuoto normativo. Diversi costituzionalisti sostengono invece il concetto della "reviviscenza": l'abrogazione della legge Calderoli, riporterebbe in vita la normativa precedente.
Se Passigli punta a un sistema elettorale proporzionale, i bipolaristi democratici guardano a un mix di uninominale maggioritario. Anche se nulla vieta, precisa Stefano Ceccanti, sostenitore della campagna referendaria per il ripristino del Mattarellum «di approvare un doppio turno simile alla proposta del Pd prima o anche dopo un referendum». L'obiettivo immediato è intanto «dare agli elettori una terza possibilità giusta, rispetto alle due sbagliate, legge vigente e quesito Passigli».
Pier Luigi Bersani ha richiamato all'ordine i suoi, invitandoli a stare alla proposta del Pd, ma i promotori dei due referendum sembrano disposti ad accogliere le indicazioni del segretario solo in caso di disarmo bilaterale. Cioè di rinuncia reciproca a portare avanti i quesiti in questione. Decisiva sarà la direzione del partito, convocata per martedì 19 luglio, quando Bersani potrebbe presentare una proposta unitaria di riforma della legge elettorale che dovrà essere depositata in Parlamento. La bozza prevede una quota prevalente di seggi attribuita in collegi uninominali maggioritari a doppio turno e una quota minore assegnata col proporzionale.
I bipolaristi temono però il sostegno della Cgil al quesito di Passigli. E ora che, dopo il voto di giungo, il quorum è a portata di mano, la raccolta delle firme con l'apporto del sindacato non è certo un problema.
Intanto Antonio Di Pietro avrebbero dato il suo sostegno all'iniziativa dei bipolaristi, ai quali non avrebbe chiuso la porta nemmeno Gennaro Migliore di Sel. Mentre Fausto Bertinotti appoggia il referendum per l'abrogazione del Porcellum promosso da Stefano Passigli. Che ha aperto al disarmo bilaterale: se però tutti accettano almeno di sostenere il quesito che chiede l'eliminazione delle liste bloccate, unanimemente deprecate.
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