Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 09 luglio 2011 alle ore 08:11.

My24

ROMA
Tra tutti i giorni della settimana, in periodi di turbolenza il venerdì è sicuramente quello che indispone maggiormente i mercati. Ancor più se come ieri, aprendo sulle voci di dimissioni del ministro Tremonti - per il mercato un superministro -, chiude una sequenza di notizie negative domestiche e internazionali. Gli ultimi dati sull'andamento economico italiano hanno deluso. La mannaia di Moody's sul rating "Aa2" dell'Italia mette più paura adesso, dopo essersi affilata tagliando quattro gradini al Portogallo. Le misure di correzione dei conti pubblici 2011-2014, attesissime e seguite su scala globale con la conferenza stampa data in diretta sul sito web del Tesoro, si sono risolte in una gran confusione di cifre che alla fine ha sminuito l'entità della manovra rispetto alle previsioni. La lotta interna tra i partiti della maggioranza e nel Governo ha assunto toni e risvolti che avvicinano lo spettro delle elezioni e allontanano la tenuta dei conti pubblici. L'aumento degli spread e l'impennata dei tassi assoluti dei titoli di Stato italiani intanto aggravano l'onore degli interessi sul debito pubblico e pesano sui bilanci delle banche italiane che notoriamente detengono una grossa fetta di BTp e CcT. Un mix indigesto anche per un mercato abituato nell'eurozona a mandar giù rospi giornalmente.
Dopo il Portogallo, falciato a livello speculativo da Moody's, il mercato teme per l'Italia un declassamento di due "notches" invece di uno. Ieri l'analista responsabile per il rating sovrano italiano, Alexander Kockerbeck, ha stemperato l'alta tensione in un'intervista all'agenzia Ansa nella quale ha sostenuto che la manovra sui conti pubblici contiene «misure interessanti che confermano che l'Italia ha delle opzioni per risparmiare». L'agenzia di rating attende però l'approvazione parlamentare e gli emendamenti alla manovra, sulla cui realizzazione pratica «c'è un punto interrogativo». Moody osserva con attenzione la situazione politica italiana: «Bisogna vedere – ha spiegato Kockerbeck – se continuerà a esserci un ambiente in cui si possono davvero realizzare le misure annunciate, o se ci sono ostacoli». La gestione della crisi in Grecia è un fattore che sta influenzando «in modo importante» il costo del debito pubblico italiano e che «determina le condizioni ambientali in cui il Governo cerca di ridurre il debito pubblico». Per Kockerbeck, vice-presidente di Moody's, nell'attuale situazione «bisogna avere delle risposte che tolgano sfiducia e nervosismo dai mercati». Di sicuro l'ampliamento dello spread tra BTp e Bund questa settimana è stato trascinato dalle crescenti prospettive di un coinvolgimento del settore privato nel secondo pacchetto di aiuti alla Grecia, con tanto di perdite più o meno imposte alle banche europee.
Quel che ha esasperato il nervosismo sull'Italia sono stati però anche gli indici Pmi, manifatturiero e dei servizi, scesi entrambi in giugno sotto la soglia di 50. Questo ha rafforzato i pronostici di un'economia italiana che quest'anno stenterà a crescere all'1%, con previsioni riviste già nella City allo 0,8% e allo 0,9%, con qualche economista che non esclude il rischio di uno 0,7 per cento. Il tutto abbinato a una manovra che rinvia al 2013 e al 2014 le misure più forti.
Il rischio-Italia, tuttavia, è peggiorato troppo rapidamente ed eccessivamente, hanno fatto notare alcuni operatori. In fondo, erano in molti ieri a riflettere sul fatto che a ben guardare in Italia non è cambiato granché: le debolezze strutturali e politiche sono quelle di sempre. E intanto tutte le aste dei BoT e dei BTp nel corso della crisi greca sono state messe a segno raccogliendo i livelli massimi della forchetta, o comunque molto vicine al tetto, senza lasciare sul campo le concessioni sul rendimento che la Spagna è stata invece costretta a pagare. «In termini assoluti il bagno di sangue dei BTp è superficiale. Nonostante la pochezza della classe politica italiana, l'Italia ha uno dei bilanci pubblici migliori dell'eurozona e del G7, ha un sistema finanziario molto solido quando messo a confronto con molti altri stati europei e appare determinata a tenere sotto controllo i conti pubblici», ha convenuto ieri Luca Jellinek, strategist del Crédit Agricole Cib, sottolineando che l'allargamento dei BTp è avvenuto «molto velocemente, troppo».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il differenziale
Il gap tra il rendimento dei titoli di Stato italiani e tedeschi si amplia quando i prezzi dei bond italiani calano (e i tassi aumentano) ma anche quando le quotazioni dei bond tedeschi salgono (e i tassi calano), in termini relativi. Non sempre l'ampliamento dello spread tra BTp e Bund decennali, e anche su altre scadenze, dipende dal solo rialzo del rendimento dei titoli italiani. La fuga verso la qualità, alimentata a partire dal maggio del 2010 dalla crisi della Grecia, ha convogliato gli investimenti a basso rischio nell'eurozona sui titoli di stato tedeschi, che godono non soltanto dai massimi rating di Moody, S&P e Fitch ma anche dall'affidabilità di un'economia decisamente robusta. Il flight to quality è stato talmente forte che la Germania si finanzia adesso a costi quasi irrealistici: la Bce ha appena alzato i tassi all'1,5% ma intanto la Germania si finanzia a due anni all'1,45% e sotto il 3% a dieci anni

Shopping24

Dai nostri archivi