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Questo articolo è stato pubblicato il 09 luglio 2011 alle ore 13:30.

Ufficialmente l'abbandono del progetto futurista è dettato dalla volontà di partecipare al progetto di una casa comune dei moderati, rilanciato ieri da Angelino Alfano alla kermesse del Pdl a Mirabello. Ma l'addio di Adolfo Urso, Andrea Ronchi e Peppe Scalia, al partito di Gianfranco Fini era atteso da un po' dopo le frizioni degli ultimi mesi. Oggi la nota con cui si sancisce il divorzio. «La proposta di Angelino Alfano di una costituente popolare in grado di realizzare in Italia un soggetto politico che si ispira a valori e programmi del Ppe e la decisione di Berlusconi di non ricandidarsi alle elezioni del 2013 con la scelta delle primarie quale strumento di rinnovamento e di partecipazione aprono nuovi scenari per il centrodestra italiano. Da subito, quindi, intendiamo lavorare in piena autonomia e senza vincoli di partito per costruire la nuova casa dei moderati italiani».
I tre lanciano una nuova associazione
I tre abbandonano dunque la barca futurista e annunciano la nascita dell'associazione «Fare Italia per la costituente Popolare». Un'uscita di scena che molti avevano pronosticato nelle ultime ore, soprattutto dopo la partecipazione di Urso e Ronchi alla festa organizzata dagli ex An nel ferrarerese. L'adesione dei due finiani all'appuntamento di Mirabello non era infatti passata inosservata. Anche se entrambi si erano affrettati a respingere le voci di un imminente passaggio nel Pdl. Il dibattito nella cittadina ferrarese era stato però costruito "ad arte": ad attenderli sul palco c'era Pasquale Viespoli, anche lui approdato per un periodo nel partito nuovo di Fini per poi dirgli addio. In molti avevevano quindi dato per scontato che i due finiani avrebbero compiuto a Mirabello il "fatidico" passo, ma così non era stato. L'addio evidentemente era solo rinviato solo di qualche giorno.
Nei giorni scorsi le dimissioni di Scalia da Fli
Sempre nei giorni scorsi si era poi consumata la frattura tra Scalia e Fli.
Con una lettera al vicepresidente del partito, Italo Bocchino, il coordinatore siciliano si era dimesso dall'incarico di partito. Il passo indietro di Scalia era arrivato dopo mesi di tensioni con il resto dei parlamentari siciliani di Futuro e Libertà e dopo numerose prese di distanza dalla linea ufficiale voluta da Fini, in particolare per quanto riguarda la rottura con il Pdl.
Alfano: bene loro scelta. Bocchino minimizza: è una non notizia
In casa pidiellina la notizia dell'addio è accolta positivamente dai vertici, a cominciare dal neosegretario Angelino Alfano. «Accolgo con piacere la notizia che il mio invito a una riunificazione dei moderati, nel segno del Ppe, è stato prontamente accolto da Urso, Ronchi e Scalia. Una decisione libera, scevra da interessi di parte, dettata da in importante segnale di condivisione di un progetto ambizioso e per questo coinvolgente». Ignazio La Russa gongola. «Leggo un'agenzia: Ronchi, Urso e Scalia lasciano Fli. Mirabello produce frutti». Mentre il vicepresidente di Fli Bocchino minimizza. «L'uscita da Futuro e libertà di Urso, Ronchi e Scalia è una non-notizia, essendosi posti da tempo fuori dal partito. La notizia, semmai, sarebbe stata la loro volontà di lavorare per Fli».
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